La carenza di cartone potrebbe rendere più difficile affrontare l’emergenza coronavirus. A lanciare l’allarme è The Recycling Association (Tra), la più grande rete di operatori indipendenti di riciclo di rifiuti nel Regno Unito. Secondo la Tra, con le consegne a domicilio alle stelle, gran parte della fibra (carta e cartone usato) finirà nei cassonetti domestici e questo significa che sarà incenerita o messa in discarica.
«L’Europa è già a corto di fibre con cui realizzare scatole di cartone, e questo è un motivo di grande preoccupazione per noi – ha dichiarato Simon Ellin, amministratore della rete degli operatori – Il cibo e le forniture mediche si muovono grazie alle scatole di cartone e se non riusciamo a realizzarle, tutto si ferma».
Intanto, importanti quantità di fibra sono state perse anche dai principali rivenditori al dettaglio come McDonald’s, Primark, John Lewis, Argos e B&Q, dopo la chiusura delle attività non essenziali. Notevoli disagi, poi, sono stati segnalati dai lavoratori che lavorano a contatto con i rifiuti: mancano guanti e mascherine e spesso non viene rispettata la distanza di sicurezza nei veicoli per la raccolta. In alcune zone del Regno Unito, dove non si è effettua più con regolarità il servizio di raccolta rifiuti, molti cittadini hanno innescato incendi nei cortili.
Ma il riciclo di rifiuti è principalmente un mercato globale. E il blocco dei flussi di materiali, determinato dalle misure per contrastare le diffusione del Covid-19, sta costringendo importanti paesi europei a cercare delle soluzioni. La Germania, in particolare, non potendo ricevere più la fibra dalla Polonia, si sta rivolgendo alla Francia e al Regno Unito.