Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Risparmiare acqua in tempo di siccità, un lavoro per duri

In attesa che la politica intervenga su infrastrutture e comparti economici per migliorare l'ambiente idrogeologico e la gestione inefficiente dell'acqua, è compito degli ambientalisti estremi evitare lo spreco di migliaia di metri cubi d'acqua ogni giorno
27 Gennaio, 2023
5 minuti di lettura

Quando il gioco si fa duro … i duri iniziano a giocare (John Belushi, Animal House)

Spero che i lettori di questa rubrica non pensino che la vita dell’ambientalista estremo sia una “passeggiata di salute”. Tutt’altro. L’ambientalista estremo porta una ventata di sconvolgimenti nella società, a partire dalla propria famiglia. Occorre essere preparati a mettere a rischio consolidati legami familiari e abitudini per salvare prima noi stessi e poi il mondo.

 

John Belushi in Animal House (Foto: Universal Pictures, Youtube)

 

Cominciamo con l’uso dell’acqua. La siccità attuale, certamente la più grave di sempre, fa emettere grandi lamentazioni sui problemi, sulla crisi dell’agricoltura, della produzione di energia idroelettrica etc. ma non porta azioni serie da parte del governo. Occorrerebbero interventi seri e immediati per ridurre le perdite degli acquedotti, per realizzare invasi, per sistemare i bacini dei fiumi e le casse di espansione, per “rappezzare” il territorio, ma tutto questo richiede volontà politica (sic!?), tempo, soldi e burocrazia. Il contrappasso sono le alluvioni, come quella delle Marche. Si scaricano le responsabilità della catastrofe sulla Protezione civile che non ha dato un allarme rosso, ma si trascurano tutti gli scempi al territorio (le case costruite sull’alveo dei fiumi, i fiumi tombati, il dissesto idrogeologico) che sono la principale causa dei danni.

Pratiche domestiche anti siccità

E allora cominciamo a pensarci noi, esaminando come contrastare la siccità. Partiamo dal consumo di acqua domestico. Ho ricordato che in Italia il consumo domestico si aggira sui 200 – 220 litri per giorno e per persona. Certamente c’è l’acqua per bere, per cucinare, per lavare verdure e altro, per lavare i panni, per lavare le stoviglie, per pulire la casa, per innaffiare le piante sul balcone, per lavarsi, per le docce e i bagni, per l’uso del gabinetto e così via.

Adesso crederete che comincerò col suggerire di mettere il frangigetto ai rubinetti o di chiudere l’acqua mentre ci si lava i denti. Queste sono pratiche giustissime, e da incoraggiare, ma noi andiamo oltre, sennò che ecologisti estremi saremmo?

Consideriamo allora l’uso dell’acqua per il gabinetto. Ognuno di noi utilizza il cesso un certo numero di volte durante il giorno per le pipì e dopo ogni pipì tira l’acqua dello sciacquone. Niente di più errato!!!! I consumi di acqua per persona dovuti allo scarico del cesso per pipì vanno (almeno) dai 20 litri ai 40 litri al giorno, dipendendo dal tipo di scarico. Gli scarichi più moderni hanno due pulsanti, uno per scaricare 3 – 5 litri di acqua e un altro per scaricarne da 6 fino a 10 litri. Moltissimi scarichi hanno invece una sola portata, e quindi stanno sugli 8 – 10 litri di acqua scaricata ogni volta. E’ quindi evidente che, se non si aziona lo sciacquone ogni volta che si fa pipì, si risparmiano in media almeno 30 – 40 litri a persona al giorno. Non scandalizzatevi: questa pratica non è nuova, avendo illustri predecessori. Fra gli altri, Ken Livingstone, laburista, sindaco di Londra dal 2000 al 2008, detto Ken il Rosso per le sue idee progressiste, che aveva contrattato con i propri figli «non meno di 5 pipì prima di scaricare lo sciacquone».

ken livingstone
Ken Livingstone, ex sindaco di Londra, nel 2016

Benissimo, cominciamo da subito a risparmiare: ogni 5 pipì uno scarico. Basta fare due conti per vedere quanto si riesce a risparmiare. Ammettendo che i consumi di acqua per cesso risparmiati ammontino anche solo a 20 litri/giorno per persona, se i cittadini che aderiscono a questa pratica di risparmio fossero 20.000.000, si tratterebbe di almeno 400.000.000 litri cioè 400.000 metri cubi di acqua non buttati nello scarico (circa 5 m3/s) e risparmiati ogni giorno. Se pensiamo che la portata del fiume Po questa estate si è ridotta a soli 100 m3 al secondo ci rendiamo conto che questa pratica di risparmio è molto rilevante.

Un trucco per ridurre l’erogazione

Se la vostra cassetta di scarico è senza il doppio pulsante, potete sempre installarne una, ma certamente questo implica lavori (e costi) di una certa entità in bagno. In alternativa, oltre regolare la posizione del galleggiante, potete usare una pratica un po’ più ruspante, anche se non ottimale: inserite nella cassetta dell’acqua una bottiglia da 1 o 2 litri, ripiena di acqua ed eventualmente appesantita con un po’ di sabbia, per diminuire il volume d’acqua che complessivamente va nella vaschetta e, quindi, anche l’acqua scaricabile ad ogni azionamento. Di fatto, lo sciacquone funziona regolarmente, ma erogherà una quantità di acqua minore ad ogni utilizzo. Con un po’ di attenzione riuscirete a collocare la bottiglia, preferibilmente a cassetta vuota, in modo da ridurre l’acqua erogata senza bloccare il meccanismo dello sciacquone.

E se aveste in casa chi è maniaco della pulizia a tutti i costi, moglie, marito o figli che siano? Ebbene, dovete ricordarvi che, come ecologisti estremi, avete una missione alla quale non potete venire meno, e dovete contrattare per quanto è possibile azioni ecologicamente corrette, ad evitare divorzi dietro l’angolo.

L’importanza del riutilizzo

Andiamo quindi avanti nelle pratiche di risparmio. Un’altra maniera di ridurre l’acqua consumata è quella di riusare più volte la stessa acqua. Abbiamo già ricordato che l’Italia (ma anche la UE) è molto indietro sul riutilizzo delle acque reflue trattate, e allora anche qui dobbiamo fare da soli. L’importante è che anche noi riusciamo a utilizzare più volte (almeno due!) la stessa acqua.

 

LEGGI ANCHE >
Ecologia della nonna, rivisitata

 

Ad esempio, l’acqua utilizzata per lavare i pavimenti può tranquillamente essere utilizzata per lo scarico del cesso, così come l’acqua per lavarsi le mani o l’acqua della doccia, se la raccogliessimo in una bacinella. Lo stesso se utilizzassimo una bacinella per l’ammollo dei capi d’abbigliamento e, in generale, per tutte quelle situazioni in cui può essere possibile riciclare acqua non più potabile per pulire il cesso. Inoltre se, invece di lavare verdura o frutta sotto l’acqua a garganella o nel lavandino per poi scaricarla in fogna, la lavassimo in una catinella, e riutilizzassimo l’acqua di lavaggio? Quest’acqua potrebbe essere agevolmente utilizzata anche per innaffiare le piante e i fiori in balcone o terrazza.

A chi obietta:  «Ma posso io perdere tutto questo tempo e attenzione per un po’ d’acqua?» potete rispondere con i dati forniti. Infatti, abbiamo visto che non si tratta di “un po’ d’acqua” ma di grosse quantità.

E poi è meglio dedicare un po’ di attenzione a risparmiare adesso e garantirci la possibilità di usare l’acqua anche in futuro, tenuto conto della siccità che sta diventando sempre più devastante (e che, come visto, ha il contrappasso degli eventi alluvionali estremi). Purtroppo, gli umani non hanno una visione che vada al di là del proprio naso (vedete anche la colpevole miopia della politica) e, anche quando parlano con buone intenzioni di “Salvare il pianeta”, non si accorgono che dovrebbero invece pensare dapprima a salvare sé stessi. Il pianeta se ne frega altissimamente degli umani: ha più di quattro miliardi di anni a fronte dei nostri pochi millenni, e dopo la scomparsa dell’umanità ricostituirà un nuovo equilibrio, senza gli uomini. Siamo noi che dobbiamo preoccuparci di noi stessi e della nostra sopravvivenza.

save water campagna
Una campagna dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (2013)

 

Detto questo, sempre per l’insipienza di noi umani, come è possibile fare proseliti per l’idea di un mondo sostenibile? Come è possibile convincere chi ci circonda che occorre rapidamente darsi una mossa, anche usando acqua “riciclata”? Non ho una risposta, magari la cerchiamo insieme.

Apro pertanto la discussione: chi ha altre proposte e/o pratiche concretamente applicabili?

PS: Può esser molto utile tenere sotto controllo il contatore dell’acqua che in genere è in casa. Ad esempio, negli scorsi anni ho rilevato, a casa mia in due persone, una media di consumo di 265 litri giorno, cioè circa 130 litri d’acqua a persona. Pur essendo una media inferiore a quella italiana, negli ultimi mesi ho messo più pignolescamente in pratica i miei stessi suggerimenti. Ebbene, il consumo è sceso a circa 100 litri di acqua a persona, e questo grazie alla sopportazione di mia moglie che, anche se non proprio convinta, mi ha seguito nelle mie follie.

 

Mielizia

Saperenetwork è...

Tommaso D'Alessio
Tommaso D'Alessio
Ambientalista da sempre, che ha letto, all’epoca, il libro "I limiti dello sviluppo", e quindi sta aspettando la catastrofe da cinquant'anni. Ma nonostante tutto, visto che serve "Pensare globalmente, agire localmente", affligge chi gli sta vicino con l’intento di ridurre i consumi, di tutto: cibo, acqua, energia etc. e non cessa di operare per il miglioramento dell’ambiente, soprattutto urbano, nel contesto di Legambiente. È Presidente del Circolo Garbatella di Legambiente che dal 2012 ha in affidamento il Parco Garbatella in Roma, un’area di 40.000 m2, che il Circolo gestisce senza nessun contributo da parte del Comune. Da queste pluriennali esperienze ha avviato la sua strada di ambientalista estremo.
Mielizia
Mielizia
Resto sfuso

Agenda Verde

Librigreen

Orbital

"Orbital", l'antiracconto di Samantha Harvey che ci fa amare la Terra

Samantha Harvey, cinquant’anni e una formazione di studi filosofici e corsi di scrittura creativa, ha vinto il Booker Prize 2024 con la sua quinta ope

Fabio Deotto, "Come ne usciremo"

Viaggio nel 2040, quando la transizione sarà compiuta. Otto visioni possibili

Autore:

Cosa accadrebbe se tra qualche anno non saremo neppure in grado di ricordare il nostro tempo? Non perché saranno trascorsi troppi anni, ma per una for

Il favoloso mondo delle piante

Un abete più vecchio delle piramidi e tanto altro. Nel mondo delle piante con Mancuso e Giordano

L’essere vivente più vecchio del mondo? Forse non tutti sanno che si tratta di un albero. È Tjikko, un abete rosso che vive in Svezia e ha compiuto be

Più letti

Storia precedente

La green tech può favorire imprese, lavoro e riduzione delle disuguaglianze, una ricerca

Prossima storia

Addio alla Quercia delle streghe