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Un fotogramma del documentario Alberi
Il documentario "Alberi" di Silvia Girardi e Gabriele Donati racconta la necessità di riconciliarsi con la natura. Ha ottenuto la Stella d’argento al Festival del Cinema italiano 2021

Alberi, il vero centro del nostro mondo in un documentario

La nostra relazione con gli "amici verdi", l’urgenza di cambiare punto di vista. Il film di Silvia Girardi e Gabriele Donati, tra poesia, scienza, arte, economia è un racconto per metterci in discussione. Vincitore della Stella d'argento come miglior documentario al Festival del Cinema Italiano, premiazione in onda il 13 luglio su Rai 2 alle 23

9 Luglio, 2021
2 minuti di lettura

«Parlami, Terra, fammi sentire la tua voce.
Parlami, Sole, dove posso ascoltare la vostra voce?»

Alberi, il documentario di Silvia Girardi e Gabriele Donati, si apre con un monologo disperato, tratto dalla Medea di Pier Paolo Pasolini e recitato da Silvia Girardi sulla spiaggia di San Rossore, tra Pisa e Lucca, desolata e invasa da frammenti di legno e rami morti. Gli esseri umani – è questo il senso del monologo – hanno perso la cognizione di quale sia il vero centro del mondo e sono incapaci di ascoltare la voce della Terra. Un incipit che appare molto pessimistico, ma è invece il primo gradino di una climax che procede dalla disperazione verso la speranza e l’impegno. Attraverso la poetica fotografia di Gabriele Donati, passiamo dalla spiaggia triste e quasi monocromatica a immagini sempre più intense e ricche di colore e di vita. Il documentario racconta in poco più di trenta minuti diversi aspetti della nostra relazione con gli alberi. Ed è stato premiato con la Stella d’argento al Festival del Cinema italiano (la premiazione sarà trasmessa da Rai 2 il 13 luglio alle 23) con questa motivazione:

«Per il desiderio di non essere al centro, per il bisogno di recuperare l’ascolto. Un film che racconta, come in un viaggio, la complessità della nostra relazione con la natura. Il film dona il giusto protagonismo agli alberi capaci persino di parlarci ed essere monumenti viventi».

 

Guarda il trailer di “Alberi”

Storie di resilienza e cura

Dalla storia della quercia delle Checche, un tenace e amatissimo albero monumentale, apprendiamo una lezione di resilienza e di cura. Ogni albero è un punto di memoria, che accumula tracce della storia umana e naturale, ogni albero è un maestro da conservare per le future generazioni. Tappa successiva in Val di Sella, per un’intervista a Giacomo Bianchi, presidente di Arte Sella, una rassegna di arte in Natura che si svolge in Trentino, in prossimità dei luoghi devastati nel 2018 dalla tempesta Vaia. Per scoprire che il senso dell’arte, in questo caso, va ben oltre il godimento estetico e riguarda direttamente il nostro modo di relazionarci alla Natura, di cui siamo parte.

Dialogando con la scienza, l’arte può aiutarci a intuire futuri possibili, a immaginare soluzioni.

Colori e suoni degli alberi si intrecciano nell’ultimo passo di questo percorso, il bosco di Piegaro, in provincia di Perugia, gestito responsabilmente e costantemente monitorato per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici. Dove Antonio Brunori, Segretario generale di PEFC Italia, ci racconta dell’elaborazione e diffusione dei dati raccolti dai sensori Tree Talker, processati dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e messi in rete con quelli raccolti in Cina, Russia, America Centrale.

 

Antonio Brunori, Segretario generale di PEFC Italia, nel bosco di Piegaro, in Umbria, racconta dell’elaborazione e diffusione dei dati raccolti dai sensori Tree Talker

Quello che ci dicono gli alberi

I dati raccolti vengono poi trasformati in grafici e suoni. Gli alberi parlano, dunque, ma cosa ci dicono? Innanzi tutto ci esortano a non perdere più tempo, e inoltre ci dicono che potremo risolvere la crisi ambientale solo se ci muoviamo tutti insieme, cittadini e politici, coinvolgendo cultura ed economia, arte e scienza, volontariato e ricerca. Ci dicono che non siamo il centro del mondo, ma che siamo nel mondo e dobbiamo imparare a starci meglio. Silvia Girardi propone una sintesi:

«La situazione, la gravità della situazione è ormai nota a tutti, insieme con la coscienza del danno enorme che abbiamo provocato. Si tratta di uscire dalla trappola del senso di colpa e decidersi ad agire».

E per farlo, possiamo guardare agli alberi come compagni di strada e guide, riconoscendo in loro quel ponte vivente fra Terra e Sole che Silvia disperatamente cercava nel monologo iniziale.

 

Mielizia

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Lilly Cacace
Lilly Cacace
Lilly Cacace si occupa da trent’anni di Educazione ambientale, stimolando bambini, ragazzi e giovani a scoprire e valorizzare il loro legame con il pianeta dove vivono. Coordina il gruppo Scuola di Legambiente Ischia. Per l’AMP Regno di Nettuno, dal 2016, progetta e coordina “Nettuno va a scuola”, progetto educativo gestito in collaborazione con Legambiente Ischia e con le Scuole delle isole di Ischia e Procida. Dirige l’Associazione “Gli alberi e noi – Isola Verde”, per la quale gestisce progetti educativi e di volontariato, fra cui “Un mese per gli Alberi”, ai quali ha anche dedicato un libro: “Alberi – Storie di amicizia tra persone e piante” (Albatros Edizioni Equosolidali, 2005). Ha scritto per Ischia News, Kaire, La Nuova Ecologia, .eco. Per Saperenetwork, nel 2022, ha curato l’edizione di “Cittadini del Presente – Percorsi di Educazione civica per la Scuola secondaria di primo grado”, di cui è anche autrice per la sezione “Sostenibilità”. Laureata in Filosofia, le sue ricerche riguardano il rapporto fra educazione, cura dell’ambiente e felicità individuale.
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