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Angelo Vassallo visto da Valeria Vacchetta per Sapereambiente
Angelo Vassallo visto da Valeria Vacchetta per Sapereambiente

Angelo Vassallo, il sindaco pescatore. Un’eredità che vive

Sono passati dieci anni dall’omicidio del sindaco di Pollica, perla del Cilento in provincia di Salerno. Ad oggi un delitto impunito, maturato probabilmente nell’ambito del traffico di droga. Mentre le indagini continuano, la sua eredità resta come esempio di un Sud che può e vuole riscattarsi Libri, film e teatro per conoscerlo meglio di LILLY CACACE
4 Settembre, 2020
4 minuti di lettura
Angelo Vassallo visto da Valerio Vacchetta per Sapereambiente
L’illustrazione di Valerio Vacchetta per Sapereambiente, settembre 2020

 

Testo di Valentina Gentile 

Sono passati già dieci anni da quando, la sera del 5 settembre 2010, mentre rincasava in automobile, Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, nel Cilento, veniva trucidato da nove colpi di postola. Sono passati, questi dieci anni, senza che la verità sull’omicidio venisse fuori. Così come non è venuta fuori la pistola Tanfoglio calibro 9 con cui Vassallo fu freddato nell’agguato di chiara matrice camorristica, mai ritrovata. «Sento il dovere di esprimere i miei profondi sentimenti di partecipazione per la grave mancanza di risposte dinanzi a un fatto di sangue così grave». Sono le parole che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha scritto a Dario Vassallo, fratello della vittima e presidente della Fondazione Angelo Vassallo, in occasione della Festa della Speranza che si svolgerà ad Acciaroli il 5 settembre, per ricordare il sindaco pescatore a 10 anni dal suo assassinio. Un delitto ad oggi impunito.

Innamorato del mare e della sua terra

Lo chiamavano il sindaco pescatore perché era stato, in passato, effettivamente pescatore, ma soprattutto per l’amore per il mare, la natura, la terra. Vassallo l’ambiente non solo lo amava, ma lo tutelava in modo rigoroso, amministrando in maniera esemplare il comune che guidava. Nel corso dei suoi tre mandati da sindaco (il primo nel 1995, l’ultimo nel 2010), le acque di Pollica sono state le più premiate con le Cinque vele della Bandiera Blu di Legambiente e del Touring Club. Ed è sempre a lui che si deve il Museo vivo del Mare, una delle strutture didattiche e museali più frequentate della Campania, nella frazione di Pioppi. Oggi tutti parlano della dieta mediterranea come di un patrimonio da tutelare e conoscere, ma forse pochi ricordano che proprio Vassallo riuscì a farla inserire tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco. Nel 2009 il sindaco, vicepresidente delle Città Slow di Slow Food, aveva avanzato e promosso all’Unesco, l’inclusione della dieta. Proposta accolta il 16 novembre 2010 a Nairobi, poche settimane dopo la sua morte. Instancabile promotore delle buone pratiche e della necessità di riscoprire i territori con rispetto e “lentezza”, oltre ad essere sindaco ricopriva poi anche la carica di presidente della Comunità del Parco  Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

La lotta alla droga e lo “sgarro” ai boss

Era celebre anche per le sue ordinanze coraggiose, come quella che firmò nel gennaio 2010 e che prevedeva una multa fino a 1.000 euro per chi venisse sorpreso a gettare per terra mozziconi di sigarette. Un amministratore rigorosissimo, a detta di tutti, a tratti severo, incorruttibile, che riportava l’etica nella politica locale. Forse troppo, secondo alcuni. È probabile che la pensassero così gli spacciatori che stavano assaltando Acciaroli, frazione di Pollica, borgo marinaro amato dai turisti e ambito dai boss della camorra. Vassallo i pusher non esitava ad affrontarli di persona, come fece una sera, quando accompagnato solo da due vigilesse, si recò sul molo per cacciarli. Era la sera del 24 agosto 2010, dodici giorni prima che fosse ucciso.

Le indagini

Sono state molte le piste scandagliate da Carabinieri e Procura di Salerno in questi dieci anni, ma nessun elemento è stato ritenuto sufficiente per chiedere un processo. Un puzzle intricatissimo, in cui tutti gli elementi, i fatti, i protagonisti, sembrano essere legati tra loro, ma la pista investigativa più credibile resta proprio quella del traffico di droga ad Acciaroli. Nell’ultima estate della sua vita, Vassallo era nervoso, agitato, preoccupatissimo per l’intensificarsi del traffico di stupefacenti nella sua zona. Lo ricorda il fratello, Dario Vassallo nel libro La verità negata, uscito il 3 settembre e edito da Paper First, scritto insieme al giornalista Vincenzo Iurillo. A quanto pare il sindaco si sarebbe sfogato con degli amici, rivelando loro «di aver scoperto qualcosa che non avrebbe mai voluto scoprire». A cosa si riferisse non è chiaro, anche se ipotizzabile. Di sicuro c’è una data, quella del 6 settembre 2010, giorno in cui Vassallo aveva fissato un appuntamento con Alfredo Greco, pubblico ministero di Vallo della Lucania. Voleva parlargli urgentemente, fu ammazzato la sera prima dell’incontro.

Dieci anni di ombre

Molte sono le ombre che ancora confondono la ricerca della verità. C’è il ruolo ambiguo di alcuni appartenenti all’Arma dei Carabinieri, ci sono le dichiarazioni del pentito Ciro De Simone, che Antonio Ingroia, ex pm antimafia e ora avvocato di parte civile della famiglia Vassallo, ritiene un depistaggio, le dichiarazioni del boss di Boscoreale Francesco Casillo, detto “a’ Vurzella”, ex collaboratore di giustizia, e le presunte frequentazioni attribuite a Giusy Vassallo, figlia del sindaco. Di concreto e certo, finora, c’è che l’unico indagato per l’omicidio, senza misura cautelare, è Lazzaro Cioffi, ex maresciallo dei Carabinieri di Castello di Cisterna, nel Napoletano. Cioffi è in carcere da due anni e mezzo, accusato di essere connivente del clan Fucito del Parco Verde a Caivano. Proprio i Fucito e Cioffi vengono indicati da un dettagliatissimo esposto anonimo arrivato allo studio dell’avvocato Ingroia e alla redazione delle Iene, come coinvolti nell’omicidio. Secondo l’anonimo, che dal linguaggio usato e dall’assoluta precisione con cui descrive fatti e persone potrebbe essere un investigatore, plausibilmente un carabiniere, il movente sarebbe la volontà del clan di Caivano e dal carabiniere infedele Cioffi di espandere  lo spaccio di droga sulla costiera cilentana, quindi anche a Pollica e a Acciaroli.

Eredità incrollabile

Dieci anni sono tanti, ma nel frattempo le ombre si stanno poco alla volta diradando. Ne è convinto Dario Vassallo, che continua insieme alla Fondazione la ricerca della verità sulla morte del fratello. E continua soprattutto ad avere fiducia nelle istituzioni. Nel frattempo l’eredità del sindaco pescatore è solida, reale, indistruttibile. Nel mare e nella natura del Cilento, nella dieta mediterranea patrimonio dell’umanità, nel Museo vivo del mare. E anche nelle migliaia di mozziconi di sigarette che grazie al suo rigore non sono finiti in mare. L’eredità di un Sud che può essere amministrato bene fino a diventare esemplare, non più solo per i morti ammazzati e le vacanze al mare.

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