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presentazione del report Ecomafia 2024
La presentazione del report Ecomafia 2024 a Palazzo Wedekind a Roma (Foto: Legambiente.it)

Ecomafia 2024, gli illeciti crescono

Secondo il nuovo report di Legambiente, in Italia i reati ambientali nel 2023 sono aumentati del 15,6% rispetto all’anno precedente. Per gli ecomafiosi un "fatturato" da 8,8 miliardi
12 Luglio, 2024
2 minuti di lettura

Più di novantasette reati ambientali al giorno, quattro ogni ora. È uno dei dati allarmanti del nuovo report di Legambiente “Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia” presentato ieri a Roma. Al 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione, il report rivela come in Italia i reati ambientali nel 2023 siano aumentati del 15,6% rispetto all’anno precedente. Gli illeciti si concentrano in particolare (43,5%) nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. L’applicazione della legge 68/2015 sugli eco-reati ha visto nel 2023 oltre 600 contestazioni, il delitto di inquinamento ambientale resta quello più contestato, 111 volte, portando a ben 210 denunce e 21 arresti. Il mercato illegale italiano è valso agli ecomafiosi nel 2023 ben 8,8 miliardi.

 

 

I reati più diffusi

Al primo posto tra i reati ambientali si conferma il ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5% rispetto al 2022). Al secondo posto salgono gli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% . Terzo posto per la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti) con 6.581 reati. Seguono incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato.

La “classifica” di regioni e provincie

La Campania si conferma la regione con più illeciti ambientali, 4.952 (14% sul totale) seguono Sicilia (che sale dal terzo posto del 2022, con 3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. La Sardegna sale dal quindicesimo al settimo posto. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima.

Tra le provincie al primo posto è Napoli, con 1.494 reati, seguono Avellino (1.203 reati, +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto (867 illeciti) seguita da Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord è Venezia, 662 reati.

 

 

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Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente «continuano a mancare norme importanti, come quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri – assegnando ad esempio ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati –, l’inserimento nel Codice penale dei delitti commessi dalle agromafie oppure l’approvazione dei decreti attuativi della legge istitutiva del SNPA per rendere più efficaci i controlli pubblici delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente. Dal Governo Meloni ci aspettiamo un segnale di discontinuità».

Le proposte di Legambiente

L’associazione ambientalista indirizza al Governo italiano quindici proposte per avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione. Sei le priorità: 1) Recepire quanto prima la nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal nostro Codice penale e prevede l’adozione di strategie nazionali contro la criminalità ambientale. 2) Introdurre nel Codice penale i delitti contro le agromafie. 3) Introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali. 4) Restituire ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall’ultimo condono edilizio. 5) Inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti. 6) Completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale e potenziare gli organici delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati sul Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

 

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Il rapporto Ecomafia 2024 è dedicato a Massimo Scalia, tra i fondatori di Legambiente, presidente delle prime due Commissioni parlamentari d’inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti. Tra i temi in primo piano nel report anche lo scandalo delle navi a perdere, la morte di Natale De Grazia, il duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a 30 anni dalla loro uccisione.

 

 

Mielizia

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni si è occupata di comunicazione e progettazione formativa in particolare nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere su persone, risorse, territori. Dal 2016 crea contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.
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