È venerdì 29 dicembre e nella sede della Regione Abruzzo in via Leonardo da Vinci a L’Aquila si discute la legge di Bilancio. Una seduta estenuante che chiude l’anno e si protrae oltre l’immaginabile. Sono passate da poco le 2:30 ormai del 30 dicembre quando spunta un emendamento a sorpresa. Lo presentano 5 consiglieri di maggioranza di centrodestra: primo firmatario Emiliano Di Matteo di Forza Italia. Nessuna discussione e la maggioranza in due minuti approva. Contrari solo il M5S, il PD si astiene. E l’emendamento riguarda la Riserva naturale regionale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, provincia di Teramo che passa da mille e cento ettari di area protetta a soli 24. Con un taglio del 98% si cancella una bellissima fascia di natura con un affaccio di costa non distrutto in un litorale cementificato a non finire.
La Riserva, riparo per fratini e tartarughe
La riserva era nata nel 2005 e tra l’altro proteggeva la nidificazione del fratino, il piccolo trampoliere che ogni anno arriva dall’Africa e cerca un luogo sicuro per deporre le poche uova tra arbusti, conchiglie e ossi di seppia. Ma non solo questo. Pensate che la scorsa estate si è avuta, per la prima volta, la schiusa delle uova deposte da una tartaruga marina della specie Caretta caretta. La cancellazione della riserva del Borsacchio è un episodio inconcepibile ma è in linea con una persecuzione delle aree protette abruzzesi da parte della stessa giunta regionale presieduta da Marco Marsilio, che nel 2021 tentò di cancellare 7 mila ettari del Parco Sirente Velino come regalo ai cacciatori. La reazione all’assalto all’ambiente protetto di allora portò al decreto della Corte Costituzionale che dichiarò il “taglio” incostituzionale.
La petizione
Ed è quello che si augurano oggi tutte le associazioni della società civile, non solo naturalisti e ambientalisti ma sindacati, volontariato, guardie forestali. Migliaia di firme in poche ore e dura reazione di Legambiente, Wwf e Lipu che definiscono incomprensibile quella che alcuni hanno chiamato la notte dei “corti coltelli”.
«Per noi una brutta sconfitta che però si ritorcerà contro coloro che hanno provato a fare il colpo grosso approfittando delle ultime ore prima della vacanze di Capodanno», sono le parole di Dante Caserta responsabile del Wwf Abruzzo a cui fa eco Fernando di Fabrizio il presidente della Cogecstre, la cooperativa che da decenni gestisce l’oasi del lago di Penne, pubblica la prestigiosa rivista De Rerum Natura e organizza un Centro di educazione ambientale, sempre a Penne.
La riuscita operazione contro la Riserva del Borsacchio, a colpo fatto, è stata giustificata per ridare agli agricoltori del posto la possibilità di proseguire nel loro lavoro di sfruttamento delle terre dentro la zona protetta. Ma la verità è che non c’è nessun divieto alla sfruttamento agricolo dei terreni che possono continuare a essere coltivati così come sono sempre stati.