Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Please go to your Post editor » Post Settings » Post Formats tab below your editor to enter video URL.

Materiale resistente. Musica per ritrovare il coraggio

Nel 1995 il Consorzio Produttori Indipendenti decide di celebrare il cinquantesimo anniversario della Liberazione pubblicando un cd con diciotto canti partigiani reinterpretati da alcuni dei più importanti musicisti rock dell'epoca. Un disco da recuperare soprattutto in questo periodo, insieme al documentario omonimo di Davide Ferrario e Guido Chiesa
25 Aprile, 2020
3 minuti di lettura

«Se la resistenza ha superato cinquant’anni di retorica vuol dire che c’era sotto del materiale resistente», dice Giovanni Lindo Ferretti in una delle prime immagini di Materiale Resistente, documentario di Guido Chiesa e Davide Ferrario del 1995. 

 

 

In quell’anno, in occasione del cinquantesimo anniversario della Liberazione, il Consorzio Produttori Indipendenti seleziona 18 musicisti e gruppi rock italiani dell’epoca, per incidere un cd di vecchi canti partigiani reinterpretati. Materiale resistente, si chiamerà. Per l’uscita del disco viene organizzato un concerto a Correggio (Re) il 25 aprile 1995, che Chiesa e Ferrario riprendono. Il risultato è l’omonimo documentario che alterna immagini del concerto (oltre seimila gli spettatori nella cittadina emiliana), spezzoni di film, interviste ai partigiani e ai musicisti.

 

Guarda il live dei CSI tratto dal documentario Materiale Resistente

 

 

Üstmamò, Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Modena City Ramblers, Mau Mau, A.F.A., Gang, Officine Schwartz, Umberto Palazzo, Settore Out, Corman&Tuscadu, Disciplinatha, Lou Dalfin, Skiantos, Africa Unite, Rosso Maltese. E ovviamente C.S.I. Ci sono tutti, o quasi, i musicisti che in quel periodo gravitavano intorno al Consorzio Produttori Indipendenti.

 

Copertina del CD Materiale Resistente
Copertina del Cd Materiale Resistente

 

Non è un’operazione celebrativa, Materiale Resistente. È piuttosto il tentativo, riuscitissimo, di attualizzare canti e parole di un’epoca tutto sommato ancora vicina. Così Bella ciao riletta da Officine Schwartz si trasforma in un lento Ciao Bella, mentre gli Üstmamò di Mara Redeghieri ci raccontano I ribelli della montagna nel loro stile sperimentale, fatto di quel mix flessuoso di pop, rock e reggae, con accenni trip hop che convinse David Bowie a sceglierli per aprire le date del suo Outside Tour nel 1996. C’è tutta l’ironia degli Skiantos in Fischia il vento, mentre tra ululati da nativi americani e chitarre sixties, gli A.F.A. (sta per Acid Folk Alleanza, ma anche, come dichiaravano «L’afa è la situazione climatica che sarà signora della terra tra poco, vedi effetto serra e buco nell’ozono»ndr), stravolgono Con la guerriglia. Anche il testo è ricontestualizzato, diventa uno slogan di dissenso costruttivo.

La guerriglia, nell’Italia neo berlusconiana, non è più quella che si combatte con i fucili:«Lo vedi quante cose che ci sono da cambiare/ Lo vedi quante cose che ci sono da salvare/ Con la guerriglia culturale». 

C’è la sana rabbia post punk mista a raffinato lirismo malinconico dei Marlene Kuntz che mettono in musica Hanno crocifisso Giovanni, testo della poetessa marchigiana Lea Ferranti, contenuto in Spoon River partigiano del 1975: «In posizione verticale, e la vita, l’albero, il quartiere, la casa…». E poi, il reggae di Africa Unite con Il Partigiano Johnny, gli occitani Lou Pal, i magistrali “padroni di casa” C.S.I. con Guardali negli occhi. E il Coro “I Centouno” di Fabbrico che “ricambia” il favore con una cover di Spara Juri dei CCCP

 

Guarda i Marlene Kuntz che eseguono Hanno crocifisso Giovanni

 

 

Il cd e poi il documentario di Chiesa e Ferrario escono in un anno particolare. In Italia i post fascisti di Gianfranco Fini dopo la svolta di Fiuggi siedono al governo accanto a Silvio Berlusconi e alla Lega. Si parla  del potere sempre più pernicioso dei “mezzi di distrazione di massa”, sono gli anni post Muro, post guerra del golfo, e mezza Europa dell’Est è in fiamme. Una guerra appena fuori dalla porta di casa, che facciamo finta di ignorare: «Ci fottono i preti, i pope, i mullah/ L’Onu, la Nato, la civiltà…», è l’invocazione proprio dei CSI in Cupe Vampe.

 

Guarda la presentazione di Materiale Resistente

 

 

È un crocevia, il 1995. I ruggenti anni Novanta, con le loro chimere economiche e la tanta, troppa polvere nascosta maldestramente sotto al letto. Di lì a pochi anni avremmo scoperto i risvolti catastrofici della parola “globalizzazione”, il G8 di Genova e il terrorismo, la crisi economica, la nuova rabbia sociale e le disuguaglianze, disastri naturali e nuovi inutili muri. Fino alla cronaca di una pandemia annunciata.

E oggi, 25 aprile 2020, in piena quarantena, che significa “resistenza”? Che ne è di quel “materiale resistente”? In che condizioni è? 

Come nel 1945 e nel 1995 il  mondo è in fiamme, per dirla con Naomi Klein. Salvo essere degli estimatori dello “stile”di Jair Bolsonaro, non è più il caso di far finta di niente. In fondo è il far finta di niente che ci ha portati fin qui. La scelta comoda di girarci dall’altra parte davanti al culto del profitto che diventa la nuova “etica” universale. Che ne è di “quei” valori, i valori della Resistenza? Che cos’è oggi il fascismo? Si nasconde dietro le logiche spietate di un mercato sempre più cannibale? E il coraggio dei partigiani, il vero “materiale resistente”: ne abbiamo ancora un po’ o lo abbiamo perso, pezzo per pezzo, senza nemmeno accorgercene? Ci siamo svegliati e non abbiamo trovato l’invasor, ma un’Europa non solidale, egoista. Che fa il gioco di quelle destre estreme che dice di voler contrastare.

Serve a qualcosa riscoprire un cd di canti partigiani rivisitati in chiave rock negli ormai lontani anni Novanta? Sì. Mai come in questi giorni abbiamo capito il significato del verbo resistere. Recuperare la memoria, riattualizzandola, è l’unico modo per progredire e non limitarci ad andare avanti in modo automatico e insensato.

È un titolo bellissimo, Materiale resistente. Un monito. Un augurio. Non solo per il 25 aprile, ma per questi mesi. Per gli anni che verranno. “Ora e sempre”. Bisogna (ri)ascoltarlo, oggi, non per trovare risposte, ma finalmente le domande giuste. 

Mielizia

Saperenetwork è...

Valentina Gentile
Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.
Mielizia
Mielizia
Resto sfuso

Agenda Verde

Librigreen

Orbital

"Orbital", l'antiracconto di Samantha Harvey che ci fa amare la Terra

Samantha Harvey, cinquant’anni e una formazione di studi filosofici e corsi di scrittura creativa, ha vinto il Booker Prize 2024 con la sua quinta ope

Fabio Deotto, "Come ne usciremo"

Viaggio nel 2040, quando la transizione sarà compiuta. Otto visioni possibili

Autore:

Cosa accadrebbe se tra qualche anno non saremo neppure in grado di ricordare il nostro tempo? Non perché saranno trascorsi troppi anni, ma per una for

Il favoloso mondo delle piante

Un abete più vecchio delle piramidi e tanto altro. Nel mondo delle piante con Mancuso e Giordano

L’essere vivente più vecchio del mondo? Forse non tutti sanno che si tratta di un albero. È Tjikko, un abete rosso che vive in Svezia e ha compiuto be

Frida Kahlo
Storia precedente

Frida. Wearing the Inside Out

In occasione della Giornata mondiale del disegno la onlus Sos bambini ha raccolto immagini dalle diverse sedi nel mondo
Prossima storia

Giornata mondiale del disegno, alleato di bambini e adulti

Leggi anche...