Potrebbero essere più di 10.000, secondo gli il Servizio Geologico degli Stati Uniti, le vittime del terremoto che ieri ha colpito il Myanmar. Alla prima violentissima scossa, di magnitudo 7,7 , ne è seguita una di assestamento di magnitudo 6,4, che ha portato a crolli devastanti. La giunta militare al governo del Paese, ha comunicato poche ore fa un bilancio provvisorio di oltre 1.000 morti e 2.000 feriti. Impossibile ancora quantificare i dispersi.
Un paese già piegato
La giunta militare ha dichiarato lo stato di emergenza nelle sei regioni più colpite e ha chiesto aiuto alla comunità internazionale. L’India ha già risposto con l’invio di un aereo di aiuti umanitari, da Russia e Cina sono arrivati soccorritori esperti. In Myanmar tre quarti della popolazione vive al di sotto della soglia di sussistenza. Inoltre, secondo le Nazioni Unite, il conflitto interno ha causato in questi ultimi anni circa 3 milioni e mezzo di sfollati.
Le altre aree colpite
La scossa ha causato danni e vittime anche in Thailandia, Laos e Cina. Anche la prima ministra della Thailandia Paetongtarn Shinawatra ha dichiarato lo stato di emergenza a Bangkok, in cui le stime sono al momento di 9 morti e un centinaio di dispersi. Le vittime sono soprattutto dovute al crollo di un palazzo di in costruzione che ha seppellito un’ottantina di persone, di cui almeno 15 sarebbero ancora in vita. La Thailandia non è considerata di solito un’area ad alto rischio di terremoti, si teme per i palazzi meno recenti non progettati in ottica antisismica.
La risposta umanitaria
In Myanmar, secondo il portavoce Unicef per l’Italia Andrea Iacomini i centri urbani colpiti Sagaing, Nay Pyi Daw e Mandalay ospitano centinaia di migliaia di bambini, mentre sono tra i 6 e i 7 milioni in tutto il paese quelli che già prima del sisma erano bisognosi di aiuti umanitari. Gli operatori presenti nelle aree colpite stanno facendo il possibile per distribuire acqua potabile e altri aiuti. Anche altre ong presenti nel paese, tra cui Save the Children, Avsi, Caritas italiana e WeWorld, hanno attivato raccolte fondi per sostenere le operazioni di emergenza.