Animali fantastici a rischio estinzione: alla Cop28 l’Iucn presenta la nuova Lista Rossa

La saiga tatarica o antilope delle steppe. Nella Lista Rossa Iucn, la specie è passata da uno stato di pericolo critico d'estinzione a quello di quasi minacciata (Foto: Wikipedia)

Animali fantastici a rischio estinzione: alla Cop28 l’Iucn presenta la nuova Lista Rossa

L’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources ha presentato alla Conferenza delle parti di Dubai un aggiornamento della celebre lista delle specie a rischio. Buone notizie per l’orice dalle corna a sciabola e la saiga. Cattive invece per tartarughe verdi e pesci d’acqua dolce

Phase out, riscaldamento globale, loss and damage. Sono le parole più sentite e usate, quelle che hanno dato adito a maggiori speranze e delusioni durante l’ultima Cop28 di Dubai. E proprio nella città simbolo dei combustibili fossili, durante la Conferenza delle parti, l’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (Iucn) ha presentato l’aggiornamento della Lista Rossa, ossia la lista che comprende le specie a rischio estinzione. Stavolta la lista redatta dagli specialisti dell’Iucn, include anche la prima valutazione globale dei pesci d’acqua dolce ed evidenzia l’impatto del disboscamento e del commercio illegali sul mogano. La Lista Rossa, così redatta, comprende 157.190 specie, delle quali ben 44.016 a rischio di estinzione, come si legge sul comunicato diramato dall’Iucn in occasione della presentazione a Dubai:

«Gli sforzi di conservazione sono riusciti a riportare indietro due specie di antilopi dall’orlo dell’estinzione, ma il cambiamento delle condizioni climatiche potrebbe minarne il futuro».

 

L’aggiornamento della Lista Rossa Iucn

Presentando l’aggiornamento, la direttrice generale dell’Iucn Grethel Aguilar ha sottolineato che «Il cambiamento climatico sta minacciando la diversità della vita che ospita il nostro pianeta e minando la capacità della natura di soddisfare i bisogni umani fondamentali, Questo aggiornamento della Lista Rossa Iucn evidenzia i forti legami tra la crisi climatica e quella della biodiversità, che devono essere affrontati congiuntamente. Il declino delle specie è un esempio del caos provocato dal cambiamento climatico, che abbiamo il potere di fermare con un’azione urgente e ambiziosa per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi Celsius». Il nuovo aggiornamento completa la prima valutazione integrale delle specie di pesci d’acqua dolce del mondo. Il 25% (3.086 su 14.898 specie valutate) sono a rischio di estinzione.

 

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Alberi e specie legnose

L’aggiornamento Iucn di quest’anno vede migliaia di alberi aggiunti alla Lista Rossa Iucn, molti dei quali specie legnose. Si tratta di specie fondamentali nelle foreste e sono importanti per le economie nazionali e locali. Eppure, nonostante la loro importanza, sono spesso sono a rischio di estinzione a causa di raccolti non sostenibili. L’Iucn lancia il monito:

«È essenziale sostenere gli orti botanici per proteggere e propagare le specie legnose minacciate nelle collezioni ex-situ e fornire maggiori risorse per prendere decisioni informate sul loro uso e commercio sostenibili».

 

Tartarughe verdi e pesci d’acqua dolce

L’allarme lanciato dall’Iucn, riguarda anche anche le tartarughe verdi (Chelonia mydas) del Pacifico centro-meridionale e del Pacifico orientale, classificate rispettivamente “Endangered” e “Vulnerable”. Una delle principali cause della loro mortalità è la cattura accidentale nella pesca industriale e artigianale. Molte persone in queste aree raccolgono le tartarughe verdi e le loro uova per consumarle o per venderle ai mercati.

 

Guarda il video della Lista Rossa dell’Iucn

 

L’orice dalle corna a sciabola e la saiga

Nella presentazione dell’Iucn, non sono mancati, fortunatamente, anche i successi nella conservazione delle specie. È il caso, ad esempio dell’orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah), passato dalla categoria Estinto allo stato selvatico a quella in pericolo. L’antilope era scomparsa in natura dalla fine degli anni ’90, ma grazie agli sforzi di conservazione che hanno reintrodotto la specie in Ciad, l’orice è ritornato nel Sahel. Resta comunque una specie da monitorare, perché a rischio bracconaggio, che insieme alla siccità è uno dei motivi del suo essere a rischio estinzione. Un altro caso di successo è quello della saiga (Saiga tatarica ), “parente” dell’orice in quanto antilope, che vive in Kazakistan, Mongolia, Russia e Uzbekistan. Questa specie, come l’orice minacciata dal bracconaggio (viene purtroppo ancora oggi utilizzata in alcuni tipi di medicina tradizionale asiatica), è passata da In pericolo critico a Quasi minacciata.

Le specie ittiche e le economie del mondo

Tornando ai pesci d’acqua dolce, come sottolinea Kathy Hughes, co-presidente dell’ Iucn Ssc Freshwater Fish Specialist Group: «I pesci d’acqua dolce costituiscono più della metà delle specie ittiche conosciute al mondo, una diversità incomprensibile dato che gli ecosistemi d’acqua dolce comprendono solo l’1% dell’habitat acquatico. Queste diverse specie sono parte integrante dell’ecosistema e vitali per la sua resilienza. Essenziali per i miliardi di persone che dipendono dagli ecosistemi di acqua dolce e per i milioni di persone che dipendono dalla loro pesca». Ovvio che garantire una buona gestione degli ecosistemi di acqua dolce, consentendo che continuino a fluire liberamente con acqua sufficiente e abbiano una buona qualità dell’acqua è essenziale.

Non solo per fermare il declino delle specie, ma anche per mantenere la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza e le economie del mondo.

 

Il ladro del Lago Turkana

Secondo i dati dell’Iucn, almeno il 17% delle specie ittiche d’acqua dolce minacciate sono colpite dai cambiamenti climatici, tra i quali la diminuzione del livello dell’acqua, l’innalzamento del livello del mare che causa la risalita dell’acqua di mare lungo i fiumi e il cambiamento delle stagioni. E poi ci sono le minacce derivanti dall’inquinamento, che colpisce il 57% delle specie ittiche d’acqua dolce a rischio di estinzione, dalle dighe e dall’estrazione dell’acqua, che colpiscono il 45%, dalla pesca eccessiva, che minaccia il 25%, e dalle specie invasive e dalle malattie, che danneggiano il 33%. A causa della pesca eccessiva, del degrado dell’habitat causato dai cambiamenti climatici e delle dighe che riducono l’ingresso di acqua dolce, ad esempio, il ladro del lago Turkana dai denti grandi (Brycinus ferox), una specie economicamente molto importante in Kenya, è passato dalla categoria a rischio minimo a quella vulnerabile nella Lista rossa Iucn. Uno dei tanti casi di cui ignoriamo l’esistenza, perché lontani da noi. E che invece diventano ogni giorno sempre più vicini.

 

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Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

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