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Paul Auster

Paul Auster, il cantore di New York

A un mese dalla scomparsa, un ricordo di uno tra i più importanti scrittori statunitensi contemporanei
31 Maggio, 2024
3 minuti di lettura

Poeta, regista, attore ma sopratutto straordinario narratore. Paul Benjamin Auster ci ha lasciati soli, questa volta per sempre. Il primo maggio ha detto addio alla New York, quella del 900, che forse soltanto il grande artista e cantante Lou Reed era riuscito a rappresentare. Nella sua Trilogia di New York, La Città di vetro si incastra tra le Stanze chiuse, e viene abitata da Fantasmi. Tutto sembra essere avvolto dal mistero. Le immagini e le parole tra sogno, fiction, fisica e metafisica, nelle opere di Auster accompagnano la stranezza e la follia dell’esistenza postmoderna, che sa nutrirsi dei capolavori ottocenteschi della letteratura soprattutto americana (da Edgar Allan Poe a Nathaniel Hawthorne), magistralmente registrata in taccuini come sa fare un rigoroso poliziotto.

Libertà e solitudine

Auster, come Lou Reed, guardava con interesse la periferia, la stessa in cui era cresciuto, a poco più di 8 km da Manhatthan. In occasione dell’uscita del film Smoke del 1995, nel faccia a faccia fra Paul Auster e Lou Reed – da poco erano usciti gli album Songs for Drella (1990), in collaborazione con John Cale, omaggio alla musica dei Velvet Underground, Magic and Loss (1992) e il brano Egg Cream per la colonna sonora del film – sulla rivista Dazed, Paul Auster, sedotto dalla solitudine, aveva dichiarato: «Il prezzo da pagare per la tua libertà è la lotta. Ma è divertente; quando ero al verde, diciamo 15 anni fa, quando Siri (la moglie di Auster, ndr)e io abbiamo iniziato a vivere insieme, ce la cavavamo davvero con pochi centesimi. Ma eravamo disperatamente felici e tutto andava bene, stavamo entrambi facendo un buon lavoro e lei restava a letto la notte e iniziava a preoccuparsi di come avremmo pagato l’affitto. E sono sempre stato molto ottimista, proprio come il signor Micawber. Dicevo: “Non preoccuparti. Qualcosa verrà fuori. Andrà tutto bene”. Trasudavo ottimismo tutto il tempo. Ora che abbiamo un cuscino, che i soldi stanno arrivando, si sente molto sollevata e felice, e spende soldi con un certo entusiasmo, e sono più che soddisfatto quando ottiene tutto ciò che vuole. Adesso sono io ad essere ansioso, continuo a pensare: “Le cose stanno andando bene adesso, ma aspetta”. Sai, qualche pietra cadrà dal cielo e mi colpirà in testa…». Forse il cantore di New York aveva previsto il suo futuro come in una lugubre premonizione o semplicemente era già tutto scritto nel suo passato.

 

 

Tante vite

Paul da giovane non riuscì a ricevere il diploma durante la cerimonia di consegna nell’ultimo anno del suo liceo. Non poteva più restare nella Grande Mela. Senza più il calore della famiglia, si sposterà infatti prima in Francia, poi in Italia, Spagna e infine in Irlanda. Marinaio, contestatore durante la guerra del Vietnam, insegnante, traduttore e giornalista culturale. Egli conosce fin da piccolo il dramma della salute mentale: la sorellina con gravi problemi psicologici fu costretta a un ricovero forzato. E poi, come nel romanzo Invisibile, in particolare nella parte dedicata alla stagione dell’Autunno, le sue giornate verranno definite dal gusto amaro della sconfitta e della sofferenza che sfugge al mondo visibile, e rimane tuttavia nell’interiorità, nell’anima. Perché a distanza di pochi mesi dalla diagnosi del suo cancro ai polmoni, muore di overdose il figlio Daniel, a soli 44 anni. Dopo essere stato accusato di omicidio colposo per aver causato la morte della figlia Ruby, di appena 10 mesi. «Diceva che quella morte gli aveva accorciato la vita», ha scritto sul New York Times Lucy Sante, amica, critica d’arte e ospite frequente del salotto di Park Slope dove si potevano incontrare scrittori come Don DeLillo e Salman Rushdie, ma non solo: «Lui amava mettere insieme gente di tutti i tipi, classe e discipline».

Una scrittura

La via del successo fu inizialmente in salita: Citta’ di Vetro, il primo romanzo della Trilogia di New York col tema ricorrente dello scrittore che si riprende da una perdita personale, fu respinto da 17 editori prima di venire stampato da una piccola casa editrice in California nel 1985. Il resto è storia della letteratura contemporanea con opere come 4321, Leviatano o Il Libro delle Illusioni scritti con la stilografica, perché le tastiere del computer lo intimidivano. L’ultimo romanzo, Baumgartner, è uscito in Italia per Einaudi nel 2023: qui lo scrittore si immedesima in chi guarda in faccia la morte, vede le persone spegnersi lentamente. E dovrà rielaborare il lutto. Negli anni precedenti, a partire dal 2005, era riuscito, però, a sorprendere i suoi lettori con nuovi romanzi che ci aiutano a riflettere sull’attentato al World Trade Center, nel cuore di un’America sempre sull’orlo di una possibile guerra civile. Ma Auster fu anche autore di cinema, firmando film come Blue in the Face, Lulu on the bridge oltre al già menzionato Smoke ambientato a Park Slope con William Hurt e Harvey Keitel: in cui si vede anche Daniel nella parte di un ladro di libri.

 

Guarda il video di Paul Auster che parla della sua opera

Mielizia

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.
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