L’Italia, con oltre 60.000 specie animali e circa 10.000 vegetali, di cui alcune esclusive, è il paese europeo più ricco di biodiversità. Basti pensare al raro Pino loricato, un albero relitto di epoche glaciali che oggi cresce solo su poche vette dell’Appennino meridionale, all’Orso marsicano che è presente con appena cinquanta individui nel centro Italia. O ancora, alle più piccole piante dei boschi e ad alcune creature che abitano le nostre acque.
Specie iconiche
Un assaggio di questo patrimonio naturale è presente da ieri all’interno di “Il paese delle biodiversità. Il patrimonio naturale italiano”: la mostra realizzata da National Geographic Italia e dal “National Biodiversity Future Center” presso la sede del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma. L’esposizione, con ingresso gratuito fino al 30 aprile, comprende gli scatti di alcune fra le nostre specie più iconiche, catturate dal collettivo di fotografi naturalisti “The Wild Line” formato da Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone.
Mosaico di habitat
A rendere unica la biodiversità della nostra Penisola, d’altro canto, è la sua posizione. Incastrata al centro del Mediterraneo, con la sua particolare geomorfologia, l’Italia è un mosaico di habitat ed ecosistemi e crocevia di importanti rotte migratorie fra Nord Europa e Africa. Si contano 85 tipologie di ecosistemi terrestri tra foreste, praterie, ghiacciai, aree umide e sistemi costieri oltre a circa 400 diversi habitat marini. Una varietà di ambienti nei quali si annida una biodiversità spesso sconosciuta e rara. Il 50% delle specie vegetali e il 30% delle specie animali presenti nel nostro territorio, non abitano nessun’altra parte del Pianeta.
Percorso multimediale
«La biodiversità in Italia è incredibile e ci si rende conto di questo solo andando in giro e guardandola con i propri occhi», dice Marco Colombo, fotografo naturalista e autore di alcuni degli scatti in mostra. Con un percorso multimediale distribuito in cinque sale, che raccoglie circa 50 foto, è ciò che l’esposizione punta a restituire.
«La mostra è un piccolo racconto della ricchezza del nostro patrimonio naturale – aggiunge Marco Cattaneo, direttore di National Geographic Italia – Finalmente si parla più spesso di ambiente e cambiamento climatico, ma quasi mai di biodiversità, che è invece uno dei temi centrali di questo scorcio di secolo».
Il potere delle fotografie non descrive infatti solo la bellezza della biodiversità, invita anche a riflettere sull’urgenza di adottare soluzioni per preservarla.
Patrimonio a rischio
Secondo l’ultimo Living Planet Report, stilato dal World Wildlife Fund (Wwf) in collaborazione con la Società zoologica di Londra, negli ultimi 50 anni le popolazioni di oltre 5.000 specie selvatiche si sono ridotte del 73%. Un crollo che coinvolge specie terrestri, marine e d’acqua dolce (queste ultime quelle più in difficoltà). In Italia, il primo Rapporto Annuale sulla Biodiversità prodotto dal NBFC indica che il 30% delle specie animali e vegetali è a rischio di estinzione e il 68% degli ecosistemi che ospitano queste specie è in pericolo.
«In molti posti gli animali stanno sparendo. Sarebbe come entrare in questa mostra e trovare le colonne espositive delle fotografie vuote» dice Colombo.
Conoscere per proteggere
Gli scatti del collettivo “The Wild Line” ritraggono le specie più rappresentative del nostro territorio, di cui spesso non conosciamo nemmeno l’esistenza, che rischiano di scomparire. «Fotografare gli animali è un modo per portare un messaggio per la loro conservazione e creare un legame con le persone. Affezionarsi è il primo modo per prendersi cura di qualcosa», aggiunge il fotografo. Il “National Biodiversity Future Centre” ha identificato nella conservazione della biodiversità vegetale e animale una delle sfide più importanti per l’Italia e per l’intero bacino Mediterraneo.
Obiettivo 30%
«L’importanza della mostra è nel valore in sé e negli obiettivi di comunicazione scientifica che si pone», ha detto Luigi Fiorentino, presidente del NBFC, durante l’incontro di presentazione. Un valore che anche l’articolo 9 della Costituzione dal febbraio del 2022 riconosce ma che va reso concreto: «Per farlo, è importante anche che le persone conoscano l’importanza della biodiversità e della sua salvaguardia».
Serve, come ha sottolineato Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, «una cultura della biodiversità, estesa e trasversale a tutta la società». Ad oggi, lo ricordiamo, in Italia è tutelato come area protetta il 17% della superficie terrestre e l’11% di quella marina.
E l’obiettivo è proteggere il 30% di territorio nazionale entro il 2030, come previsto dalla strategia dell’Unione Europea per la biodiversità.