Nel primo articolo di questa rubrica abbiamo ragionato intorni ai dati relativi alle polveri sottili (PM10 e PM2,5) rilevati in una stazione di monitoraggio di Arpa Lombardia a Milano e ai danni per la salute che ne derivano.


Il numero che mettiamo al centro di questo mese costituisce invece la quantificazione di quei danni.
Inquinanti chiave
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ogni anno stima, infatti, l’impatto sulla popolazione causato dall’esposizione a lungo termine da tre inquinanti atmosferici chiave: particolato fine (PM2,5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3). Nel risultato diffuso più di recente, quello relativo al 2022, l’Eea ha valutato in 239mila le morti causate nei paesi Ue dall’esposizione al PM2,5, cioè la frazione respirabile delle polveri sottili.
Ebbene, 48.606 di questi decessi sono relativi all’Italia. Si tratta del numero più elevato fra i Paesi Ue, la Polonia che ci segue ne ha meno di 35mila. La Lombardia, con quasi 13mila morti, è la regione con il maggior numero di decessi per esposizione a PM2,5. L’Eea fornisce queste stime anche a livello di singole aree urbane: a Milano si raggiunge quota 3.320, la più elevata, pari a 201 morti attribuibili per 100mila persone esposte.
Fonti primarie e secondarie
Ma quali sono le principali fonti che emettono questa tipologia di polveri? Su questo, per la Pianura Padana, che costituisce la zona più critica, esistono le informazioni fornite dal progetto Prepair, che evidenzia come le fonti primarie siano costituite dagli impianti di riscaldamento domestico (in particolare quelli a combustione di biomasse), dal trasporto stradale e dagli impianti industriali.
A queste si aggiungono le fonti secondarie, cioè quelle che producono polveri sottili a seguito di reazioni chimiche in atmosfera a partire da altre sostanze, come ad esempio l’ammoniaca prodotta dagli allevamenti intensivi, come evidenziato da Greenpeace.
Come uscirne
Come risolvere in maniera radicale questo problema? Le proposte, relativamente alle diverse fonti emissive, non mancano:
- Riscaldamenti domestici > applicare al più presto le indicazioni della Direttiva europea n. 2024/1275 sulla prestazione energetica nell’edilizia, prevedendo una tabella di marcia al fine di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili al più tardi entro il 2040.
- Trasporto su strada > potenziare il trasporto pubblico (metropolitane, tram, filobus, bus elettrici), la mobilità attiva (pedonale e ciclistica), favorire l’elettrificazione del parco veicolare privato.
- Agricoltura > superare gli allevamenti intensivi, come indicato con una proposta di legge da Greenpeace Italia, Isde-Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e Wwf Italia.


Priorità morale
È urgente, insomma, che la politica, nei suoi diversi livelli, affronti nel concreto questa complessa problematica con l’urgenza che i numeri impongono. Perché la qualità dell’aria non è una questione astratta di cifre, leggi e sforamenti.
Rappresenta piuttosto una priorità morale vista la sua incidenza, ormai acclarata, sulla salute pubblica.