Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Angela Merkel
La cancelliera tedesca Angela Merkel è stata fortemente criticata da Der Spiegel

Il coraggio di Der Spiegel. E la nostra idea di Europa

Il direttore dell'autorevole giornale tedesco contro il no del governo agli Eurobond. Un messaggio di grande autonomia, pubblicato in più lingue, che restituisce speranza a quanti guardano alla dimensione più etica dell'Unione. E che noi facciamo nostro
9 Aprile, 2020
3 minuti di lettura

Nessuno sconto, nessun giro di parole, nessuna esitazione. Sin dal titolo. «Il rifiuto tedesco degli Eurobond è non solidale, gretto, vigliacco». L’editoriale di Steffen Klusmann su Der Spiegel, il più autorevole settimanale tedesco da lui diretto, è un sacrosanto pugno allo stomaco, una durissima, coraggiosa presa di posizione contro la politica della Cancelliera Merkel. Ed è quindi un anelito di speranza, il segno che esiste ancora una coscienza, un’etica tra quelle che sembrano le macerie del Vecchio Continente.

La presa di posizione sulle pagine di Der Spiegel è arrivata martedì 7 aprile, nel giorno del nulla di fatto dell’Eurogruppo, in balia di Germania, Olanda, Austria e Finlandia che continuano a opporsi agli Eurobond. Una tragedia nella tragedia, che rivela la fragilità di un’Europa che proprio a causa degli ingiustificabili egoismi nazionalisti dei falchi del Nord rischia di disintegrarsi per sempre.

Der Spiegel
Der Spiegel, con un duro attacco del direttore Steffen Klusmann, si è schierato contro il no del governo agli Eurobond

 

Pubblicato in italiano, spagnolo e francese, l’articolo ricorda come l’atteggiamento della Merkel sugli Eurobond fu altrettanto sprezzante e ottuso già otto anni fa, in piena crisi economica.

«O il governo tedesco davvero non si rende conto di quello che sta rifiutando con tanta noncuranza, oppure si ostina a non capire, spinta dalla paura che il partito populista Alternative für Deutschland (AfD) possa strumentalizzare gli aiuti ai vicini europei per la propria propaganda».

Già, lo spettro dell’AfD. Eppure, spiega molto bene Klusman, fu proprio la presa di posizione della Merkel nei confronti della questione debito pubblico dei paesi del Sud, all’epoca della crisi, a portare alla nascita del partito di estrema destra fondato dall’economista Bernd Lucke: «Dopo tutto è stato l’esasperante dibattito sul sostegno alla Grecia che ha portato alla fondazione dell’AfD nel 2013».

La paura dell’avanzata di AfD alle prossime elezioni del 2021 non è e non può essere la giustificazione per opporsi a quella che, come la definisce il direttore del Der Spiegel, è «l’unica soluzione davanti alla pandemia».

L’avanzata dei fronti nazionalisti è proprio, continua Klusman, responsabilità della politica della CDU, fatta di una narrazione fuorviante: «Invece di dire onestamente ai tedeschi che non esistono alternative agli Eurobond in una crisi come questa, il governo Merkel insinua che ci sia qualcosa di marcio in questi bond. Ovvero, che in fin dei conti sarebbero i laboriosi contribuenti tedeschi a dover pagare, in quanto gli italiani non sarebbero mai stati capaci di gestire il denaro. Questa narrazione è stata usata talmente spesso dalla Cancelliera, che adesso ogni concessione a spagnoli e italiani potrebbe soltanto sembrare una sconfitta».

 

 

Quella degli Eurobond, continua, è l’unica scelta possibile. Le cose non stanno come racconta lo storytelling istituzionale. Della Germania, ma non solo: si pensi all’Olanda di Rutte, paradiso fiscale che però non intende dare nemmeno in minima parte tutto ciò che ha potuto prendere, anche da tante, importantissime imprese italiane, in questi anni. I bond sono obbligazioni, spiega ai lettori, titoli di Stato europei, limitati nel tempo e con lo scopo preciso di far fronte alla pandemia. Un investimento che frutterebbe interessi per tutti, ma finalmente «non per gli hedge fund».

Il MES, continua a spiegare, non può essere la soluzione, in primis perché legato a condizioni che non hanno senso davanti a una pandemia, e poi perché Spagna e Italia sono troppo grandi per essere salvate con i 410 miliardi previsti dal fondo.

Klusmann non esita a riprendere in mano il discorso della memoria, a quanto pare non pervenuto nello storytelling di Merkel e co.: «Apparire come il guardiano della virtù finanziaria in una situazione del genere è gretto e meschino. Forse conviene ricordare per un momento chi è stato a cofinanziare la ricostruzione della Germania nel Dopoguerra».

Una riflessione che fa venire in mente il discorso del premier albanese, Edi Rama, quando è arrivato in Italia con un’équipe di personale sanitario, a fine marzo: «Non siamo ricchi, ma non siamo privi di memoria». L’Albania, come la Cina, Cuba, Russia, Polonia, ha inviato medici e infermieri nelle zone più colpite dall’epidemia. La ricca Europa, nel frattempo, ha invece perso la memoria?

Una presa di posizione importante, quella di Klusmann e di Der Spiegel, che arriva in un momento drammatico non solo per il numero di morti che questa pandemia sta causando, ma per il doversi ritrovare faccia a faccia con una realtà mai come ora lontana anni luce dall’Europa di Schuman, Adenauer e De Gasperi. Un’Europa che, come ha recentemente ammonito il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, continuando con queste divisioni ingiustificabili, rischia di auto annientarsi.

In questi ultimi mesi, già segnati dal dolore e dall’angoscia per le migliaia di vittime, stiamo assistendo inermi allo spettacolo spaventoso di un’Europa che in barba a Maastricht e a qualsiasi barlume di ragionevolezza oltre che di etica, antepone illogici calcoli di politica interna. Le stelle della bandiera europea si stanno sgretolando, pezzo per pezzo. Polvere che viene spazzata via, come nella bellissima illustrazione del nostro Valerio Vacchetta della scorsa settimana.

Noi di Sapereambiente abbiamo deciso di dare spazio alla coraggiosa presa di posizione del nostro illustre collega tedesco perché crediamo che, nonostante tutto, “la nostra” Europa abbia ancora la forza per esistere e resistere a grettezze ed egoismi.

Crediamo e vogliamo continuare a credere nell’Europa della cultura, dei diritti umani e sociali, delle libertà individuali. Nell’Europa del Green Deal e di un futuro sostenibile e equo, coerente con i valori della sua fondazione. Perché, come scrive Klusmann: «L’Europa è più di una mera alleanza di egocentrici, più di un mercato unico ben lubrificato ma dal cuore freddo con una moneta (ancora) comune».

LEGGI ANCHE >
Il giornalismo ai tempi del Coronavirus. È un nuovo inizio o solo l'inizio della fine?

 

 

Mielizia

Saperenetwork è...

Valentina Gentile
Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.
Mielizia
Mielizia
Resto sfuso

Agenda Verde

Librigreen

Orbital

"Orbital", l'antiracconto di Samantha Harvey che ci fa amare la Terra

Samantha Harvey, cinquant’anni e una formazione di studi filosofici e corsi di scrittura creativa, ha vinto il Booker Prize 2024 con la sua quinta ope

Fabio Deotto, "Come ne usciremo"

Viaggio nel 2040, quando la transizione sarà compiuta. Otto visioni possibili

Autore:

Cosa accadrebbe se tra qualche anno non saremo neppure in grado di ricordare il nostro tempo? Non perché saranno trascorsi troppi anni, ma per una for

Il favoloso mondo delle piante

Un abete più vecchio delle piramidi e tanto altro. Nel mondo delle piante con Mancuso e Giordano

L’essere vivente più vecchio del mondo? Forse non tutti sanno che si tratta di un albero. È Tjikko, un abete rosso che vive in Svezia e ha compiuto be

Bambini in una scuola africana
Storia precedente

Covid-19. L’Africa rischia la catastrofe

Gianni Silvestini
Prossima storia

Scuola di ecologia, la docenza di Gianni Silvestrini

Leggi anche...