Maria Grazia Calandrone (Foto: Barbara Ledda)
Maria Grazia Calandrone (Foto: Barbara Ledda)

“La poesia non serve a niente, per questo è indispensabile”. Intervista a Maria Grazia Calandrone

La poetessa e scrittrice riflette sul potere della poesia nella società contemporanea, il legame con la natura, e il significato di partecipare al Poetry Village come atto di resistenza e condivisione
2 Settembre, 2024
3 minuti di lettura

Maria Grazia Calandrone ci accompagna in un viaggio emozionante attraverso il potere della poesia come strumento di resistenza e connessione in una società sempre più frammentata. Tra memorie personali, sensibilità ecologica e riflessioni sul significato del Poetry Village, dove interverrà venerdì 6 settembre insieme al musicista e cantautore Andrea Satta, la poetessa svela il valore trasformativo della parola poetica, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano e di risvegliare un senso di appartenenza e solidarietà in un mondo che ne ha disperatamente bisogno.

Maria Grazia, la sua poesia è spesso descritta come intensa e coinvolgente, capace di connettere il lettore con emozioni profonde. Come descriverebbe il potere della parola poetica nella società contemporanea? Quale ruolo pensa possa avere nel promuovere un cambiamento culturale o sociale?

Penso che la poesia, in particolare, abbia un potere musicale, oltre che letterario. A prima vista, può sembrare che la poesia “non serva a niente”, ma proprio perché non ha una funzione pratica immediata, riesce a spingere le persone a riflettere, a esplorare pensieri e sentimenti che altrimenti rimarrebbero nascosti. La poesia ha il potere di connettere le persone, superando l’odio e la paura che spesso dominano la società contemporanea. Proprio per questo motivo, ho sempre considerato la poesia un’azione politica, un modo per resistere e contrastare le tendenze divisive della nostra epoca. Purtroppo, la società sembra andare in una direzione opposta, ma è proprio in momenti come questi che la poesia diventa una forma di resistenza indispensabile.

 

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Molti dei suoi lavori sembrano intrecciati con aspetti autobiografici e momenti cruciali della sua vita. In che modo la sua esperienza personale ha influenzato la sua scrittura? Crede che esista un confine tra l’autobiografia e la poesia, o che l’una nutra inevitabilmente l’altra?

La scrittura attinge sempre a un’esperienza vissuta, altrimenti non sarebbe credibile. Tuttavia, l’esperienza personale deve essere messa a disposizione di storie altrui. Se ci concentrassimo solo su noi stessi, finiremmo per scrivere qualcosa di estremamente noioso. L’autobiografia, o meglio, l’esperienza personale, serve a raccontare e a cercare di comprendere cosa sentono gli altri, pur partendo dai propri vissuti. Anche quando non si parla direttamente di sé, si attinge inevitabilmente alla propria esperienza per parlare agli altri.

Nei suoi scritti emergono spesso temi legati alla natura. Qual è il suo rapporto con la natura e come crede che la poesia possa contribuire alla consapevolezza ambientale?

La natura compare nei miei scritti, ma non in modo didascalico. Sono attratta sia dagli ambienti urbani che da quelli naturali, ma è ovvio che l’ambiente naturale è quello da preservare. Non scrivo esplicitamente di ambiente o ecologia, ma descrivo il nostro rapporto organico e fisico con la natura, che è un modo per fare ‘ambientalismo’. Siamo esseri naturali, animali, e quando ce ne dimentichiamo, danneggiamo sia noi stessi che l’ambiente.

Guardando alla sua carriera, come descriverebbe l’evoluzione del suo stile poetico? Ci sono stati momenti o incontri significativi che hanno influenzato il suo percorso creativo?

Negli ultimi anni, ho attraversato un’evoluzione stilistica significativa. Inizialmente scrivevo poesia pura, poi ho cominciato a mescolare lunghi brani di prosa nei miei libri di poesia. Dal 2021, invece, sto facendo l’opposto: sto inserendo brani di poesia all’interno di ciò che potrebbe essere definito un romanzo, anche se a volte il confine è sottile. Gli incontri con la letteratura di altri autori, come Carrère, hanno sicuramente influenzato il mio percorso creativo. Gli scrittori che leggiamo lasciano sempre un’impronta sulla nostra coscienza e sulla nostra scrittura.

 

 

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Parteciperà al Poetry Village, un evento che celebra la poesia in tutte le sue forme e che crea uno spazio di incontro tra poeti, lettori e appassionati. Cosa significa per lei partecipare a un evento come questo, e cosa spera di portare e ricevere da questa esperienza di condivisione poetica?

Pensavo di fare una lettura di poesia, ma poi Andrea Satta mi ha proposto di fare qualcosa insieme, e ho accettato con entusiasmo. Le sue canzoni mi piacciono molto, e credo che insieme possiamo creare qualcosa di interessante. Il nostro è un discorso che attraversa l’amore, un certo modo di stare al mondo, le periferie e la natura. Spero di trasmettere attraverso questa lettura uno sguardo compassionevole e un senso di condivisione. Vorrei che il pubblico sentisse questo sentimento di unione e partecipazione.

Mielizia

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Anastasia Verrelli
Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.
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