Il classico bacio sulla guancia della zia
Il classico bacio sulla guancia della zia

Un bacetto a zia

I decreti ministeriali per l'emergenza #coronavirus ci obbligano, giustamente, a rivedere i nostri comportamenti legati alla base dei modelli educativi. E la pandemia senza distinguere fra gruppi etnici, scelte religiose o abitudini culturali sta imponendo un nuovo concetto globale di igiene
11 Marzo, 2020
3 minuti di lettura

โ€œPerchรฉ non dai un bacetto a zia?โ€, โ€œCoraggio vieni ad abbracciare nonno!โ€. E poi il ganascinoโ€ฆย  Quel terribile gesto che qualsiasi sconosciuto poteva compiere sulle tue guanciotte paffutelle quando eri bambino: due dita scarne, come tenaglie a tirare e stringere sul tuo viso. Siamo il popolo dei baci e abbracci insegnati fin dalla piรน tenera etร . Pietre miliari della nostra educazione. Si รจ bravi, educati e normali se si accetta il contatto fisico.

Contatto e identitร 

Un metro di distanza imposto dai vari decreti ministeriali che si stanno susseguendo in questi giorni รจ una sfida importante, che in Italia, piรน che altrove, va a toccare le corde piรน intime e identitarie del nostro relazionarci. Il linguaggio del corpo viene frenato, come se improvvisamente togliessero una โ€œeโ€, una โ€œcโ€ e una โ€œsโ€ dal nostro vocabolario perchรฉ pericoloseโ€ฆ (ops priolo!). Anzi piรน che toglierle ci lasciano davanti a una scelta: ora sei bravo, educato, normale se rifiuti il contatto fisico, se non rispetti piรน quei canoni comportamentali che fino al giorno prima definivano il tuo essere culturalmente allineato.

Nell'epoca del coronavirus il rifiuto del contatto fisico diventa un fattore di accettazione sociale
Nell’epoca del coronavirus il rifiuto del contatto fisico diventa un fattore di accettazione sociale


Ciรฒ che รจ igienicamente lecito fare e ciรฒ che non lo รจ dipende da un senso morale collettivo che si traduce in ordine sociale attraverso un sistema di comportamenti culturalmente accettati.

Un tempo questo sistema era considerato unโ€™emanazione della volontร  divina. Per questo le sciagure che si abbattevano sugli esseri umani, abbondantemente ricorrenti nelle mitologie di tutto il mondo, dai fulmini ai diluvi universali, dalle tempeste alle invasioni di cavallette, dagli anni di siccitร  alle epidemie, erano flagelli voluti dagli dei arrabbiati per lโ€™infrazione di qualche tabรน.

Tabรน e bene comune

Principalmente questi tabรน altro non erano che regole base per un vivere civile nel rispetto del proprio habitat. Non sfruttare troppo la terra, cacciare lo stretto indispensabile per la sopravvivenza, costruire abitazioni e templi in determinati modiโ€ฆ E potevano essere infrante solo allโ€™interno di precisi rituali. Ovviamente ogni popolo aveva le sue leggi legate ai diversi habitat e alle diverse forme culturali che si erano sviluppate.ย  Effettivamente le โ€œpunizioni divineโ€ avevano un rapporto diretto con le effrazioni, stabilivano una relazione causa-effetto che ritroviamo nel nostro empirismo scientifico, ma al tempo stesso rimanevano strettamente legate al contesto culturale che le aveva prodotte, quindi norme di valore relativo.

 

Un cielo carico di nuvole minacciose
I fenomeni meteorologi estremi erano interpretati un tempo come punizioni divine conseguenti all’infrazione di qualche tabu

Epidemia e lente culturale

Ancora oggi, al di lร  dalle diverse dimostrazioni scientifiche, ciรฒ che รจ considerato pulito, e quindi non pericoloso, e ciรฒ che รจ ritenuto sporco e contaminante continua a essere culturalmente relativo. Se in Italia sono girate affermazioni di ogni genere sulle abitudini alimentari dei cinesi, chissร  quante se ne staranno dicendo ora sul nostro modo di salutarci. I cinesi mangiano topi molto probabilmente addirittura vivi? Gli italiani si salutano sfregando le labbra e probabilmente addirittura le lingue sulle guance.

Entrambi i comportamenti, guardati attraverso la lente culturale dellโ€™altro, sono amplificati dal desiderio di allontanarci dal pericolo mettendo addosso al contaminato comportamenti ย aberranti che giustifichino la conseguente punizione del diffondersi dellโ€™epidemia.ย 

Ma il relativismo riguardo alla percezione di ciรฒ che รจ igienicamente corretto e ciรฒ che รจ invece pericoloso travalica i confini culturali, come sottolinea ironicamente lโ€™antropologa Mary Douglas nellโ€™introduzione al suo Purezza e Pericolo (Il Mulino, 2013): ยซโ€ฆfonte di ispirazione l’ho trovata in mio marito. In fatto di pulizia la sua soglia di tolleranza รจ tanto piรน bassa della mia che nessuno piรน di lui mi ha costretto a prendere posizione sulla relativitร  dello sporcoยป.

 

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La responsabilitร  collettiva oltre l’emergenza

Ora se lo sporco e il pulito hanno un livello di relativitร  cosรฌ alto, ci troviamo davanti a unโ€™emergenza sanitaria che ci vede costretti ad abbandonare abitudini culturali e comportamenti individuali per seguire tutti le stesse norme igieniche di base, dalla Cina allโ€™Italia.

 

Lavarsi bene le mani per difendersi dal coronavirus
Ci stiamo orientando verso norme igieniche condivise, a tutela della casa comune, che vanno oltre le differenze culturali


E se questo ci scuote alla radice dei nostri comportamenti e nel nostro senso identitario, sicuramente sta creando una nuova forma di partecipazione attiva, un senso di responsabilitร  collettivo che supera le divergenze ideologiche. Siamo esseri umani appartenenti allo stesso Pianeta, le regole base che ci governano sono le stesse. Usciti da questa emergenza saremo in grado di affrontare con la stessa unanimitร  la cura e la salvaguardia del nostro comune habitat?

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