Tra le prime novità del terzo decennio del 2000, parlando di tecnologia, senz’altro va ricordata la fine di un software che ha fatto storia: (Macromedia) Adobe Flash, morto ufficialmente il 31 dicembre 2020.
Ricordo gli anni a cavallo del millennio, quando dovevi entrare in qualsiasi sito web come un pistolero nel saloon, il dito sul grilletto del mouse, l’occhio attento a cercare un pulsantino, una “x” da qualche parte, per ammazzare subito l’animazione che nel frattempo era partita, di cui non te ne importava niente, ma che in un tripudio di forme suoni e colori immancabilmente si frapponeva tra te e quello che in quella pagina stavi cercando! Non c’era webmaster che non si ritenesse in dovere di aprire le proprie home page con una prova di abilità nell’uso di Flash!
Come si fa un sito web?
Potrebbe essere l’esempio da fare quando qualcuno, con l’aria di saperla lunga, si mette a spiegare “come funziona”, come “si fa” un sito web. Senz’altro ci sono regole e accorgimenti, impostazioni grafiche e di navigazione che funzionano meglio, e c’è gente che di queste cose se ne intende di più e va ascoltata. Ma soprattutto si continuano a seguire le tendenze del momento, le mode, in quelli che sono i primi minuti dell’alba di una lunga giornata, e in cui come specie umana abbiamo ancora idee solo vaghe di che cosa può essere la Rete.
Anzi la Rete, come spazio libero e aperto a ogni possibilità, in cui ognuno può fare quello che vuole e se ne prende la responsabilità, alla maggioranza fa paura. Se no, non staremmo tutti in luoghi virtuali come vecchi circoli privati, con regole stabilite da altri a priori, come i social network. Se no, non faremmo i siti web usando quasi tutti, per “comodità”, lo stesso software, che li fa sembrare tutti uguali, costringendo una forma di comunicazione ancora giovanissima entro schemi rigidi e prefabbricati: una follia!
Il “mezzo” Rete e noi
Nessuno può dare lezioni a nessuno sui “nuovi media”. Negli anni 90, accadeva che società quotate in borsa vedevano aumentare in modo esponenziale il loro valore solo perché “erano su Internet”! E oggi, ragazzini di 13 anni ci spiegano come andando su Instagram si possono guadagnare un sacco di soldi!
Diamoci quindi tutti una calmata e, in quanto cittadini della società dell’informazione, cerchiamo di occuparci delle questioni importanti, cioè se tra Rete, dispositivi, utenti umani alla fine passa o no l’informazione, quale informazione, e come facciamo a non farci sommergere dal bombardamento quotidiano di informazioni vere e di fuffa. Perché a questo non ci ha educato la scuola, non ci educa una società fortemente sbilanciata sul versante del mercato e, da come si svolgono la interazioni in rete, a quando pare non ci si educa nemmeno da soli “utilizzando” i mezzi.
Flash e la società dell’informazione
Flash è stato comunque usato anche da fior di artisti in modo efficace e intelligente. Ha contribuito a migliorare la qualità grafica della Rete, ad arricchirla di movimento, animazioni, video. Poi il linguaggio HTML5 lo ha reso superfluo in programmazione e i browser, ogni volta che incontravi un’animazione Flash, hanno iniziato a chiederti se volevi avviare il player, quasi come si trattasse di un intruso.
Anche quest’altro fatto è un sintomo dell’immaturità con cui tuttora viviamo la “tecnologia”. Non costerebbe molto, nelle cose nuove, incorporare la possibilità di “leggere” anche quelle vecchie, i formati obsoleti, produzioni di 20, 30, 40 anni fa, cioè un nulla nella storia dell’umanità, senza le quali il presente sarebbe incomprensibile. Ma le cose appena un po’ datate vengono spesso semplicemente cancellate, e con esse tutti i prodotti che qualcuno ha realizzato utilizzandole.
E a ogni “upgrade” rischiano di sparire letteralmente intere biblioteche, consegnandoci a una cultura digitale usa e getta. Salvo la possibilità di ricorrere ad altro software, più inclusivo, che per fortuna casualmente esiste. Così, da tempo immemorabile il media player di Windows non legge più gli archivi delle animazioni tridimensionali .flc, che pure erano lo standard nel sistema MS-Dos, da cui Windows deriva. E però le possiamo vedere con QuickTime.
Allo stesso modo, migliaia di produzioni musicali, che hanno fatto la storia dei tracker e dei sequencer e che gli appassionati realizzavano soprattutto sui sistemi Amiga, nel formato .mod, si possono ascoltare in originale con VLC. Ma per molti formati di grafica, suono e altro, spesso pure molto interessanti, non c’è niente da fare. Rispettare chi ha preparato la strada per arrivare fino a qui, conoscere quella strada, è oltretutto vitale in una società in cui proprio la condivisione di conoscenza, capacità e esperienze ha resto possibili i più importanti progressi tecnologici recenti.
La questione, nel momento in cui come umanità siamo arrivati a un bivio importante, è se e come passeremo davvero a una società dell’informazione basata sulla condivisione, o se resteremo ancorati alla vecchia società mercantile, in cui essenzialmente le cose solo si vendono, siano esse merci o idee. In gioco non ci sono solo modelli economici e sociali o ideologie, ma il clima, l’equilibrio ambientale, la sopravvivenza della specie umana sul pianeta. Vecchio Flash, che te ne sei andato, ci puoi aiutare a riflettere!