Valerio Vacchetta per Sapereambiente (luglio 2021)
Valerio Vacchetta per Sapereambiente (luglio 2021)

E adesso facciamo squadra per l’ambiente

Abbiamo trionfato nel calcio. Ma l'Europa ci incorona anche sul campo, ugualmente esaltante, dell'economia circolare, come dimostrano i dati del Circular economy network. Una sfida ancora lunga, che possiamo vincere insieme
16 Luglio, 2021
2 minuti di lettura
Valerio Vacchetta per Sapereambiente (luglio 2021)
Valerio Vacchetta per Sapereambiente (luglio 2021)

Testo di Anastasia Verrelli

Siamo Campioni d’Europa nel calcio e questo ci fa un immenso piacere. Ma l’Italia, è bene che si sappia, vanta un primato continentale anche sul terreno, ugualmente esaltante, della rigenerazione: quello che permette di recuperare materia e immetterla di nuovo nel ciclo produttivo. È il dato che emerge dal rapporto 2021 del Circular economy network: per il terzo anno consecutivo siamo in testa nel confronto sui processi circolari tra le cinque principali economie dell’Ue, vale a dire Germania, Francia, Spagna e Polonia (che ha sostituito in questa posizione il Regno Unito dopo la Brexit).

La classifica ci vede al primo posto grazie alle perfomance nelle aree della produzione, del consumo, della gestione dei rifiuti, degli investimenti. E ancora nella riparazione, nel riutilizzo e nell’occupazione legata alle attività di riciclo.

Basti pensare, per quanto riguarda la produttività delle risorse, che l’Italia crea il maggiore valore economico per unità materia consumata: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro. Inoltre il consumo interno di materiali è pari a 490 Mt, stabile nel 2019 rispetto all’anno precedente e sostanzialmente uguale a quello della Spagna, mentre la Germania va oltre il doppio. Anche la produzione pro capite di rifiuti urbani l’Italia rimane stabile a 499 kg/abitante, contro una media europea di 502 kg/ab. Potremmo fare meglio invece per quanto riguarda il tasso di utilizzo circolare di materia con un 19,3% che ci pone al di sopra della media Ue (11,9%) ma dietro a Paesi Bassi (28,5%), Belgio (24%) e Francia (20,1%). La percentuale di riciclo dei rifiuti, infine, è al 68%, nettamente sopra la media europea (57%) e al primo posto fra le principali economie europee.

 

L’indice indice di performance sull’economia circolare nel 2021 

La tabella del Circular economy network

Sta di fatto che sommando i punteggi nei diversi settori presi in esame dal Circular economy network  si ottiene un indice di performance sull’economia circolare che nel 2021 conferma il primato dell’Italia con 79 punti seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54. E anche sul piano legislativo i passi nell’ultimo periodo sono stati importanti: nel settembre scorso sono stati approvati i decreti che permettono di recepire le direttive in materia di rifiuti contenute nel Pacchetto economia circolare di Bruxelles, incrementare il recupero di materie prime seconde, portare il riciclo dei rifiuti urbani ad almeno il 65% entro il 2035 ridurre a meno del 10% entro la stessa data il ricorso alla discarica.

Prima del marzo 2022 si dovrà approvare il Programma nazionale di gestione dei rifiuti. E il nuovo Piano Transizione 4.0 prevede specifiche agevolazioni per gli investimenti delle imprese finalizzati all’economia circolare.

Ma la sfida non è ancora vinta, anzi l’obiettivo resta elevato visto che raddoppiando l’attuale tasso di circolarità dall’8,6 di oggi al futuro 17%, ricorda il Circular economy network, si possono ridurre i consumi di materia da 100 a 79 gigatonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno. Un obiettivo che si potrà raggiungere rimodellando i processi produttivi, le abitudini delle persone, i modelli di governance nei territori.

E allora, come è avvenuto a Wembley, facciamo squadra per rimanere alla guida in Europa nella partita più importante, quella per una transizione ecologica autentica, che ci permetta di abbattere le disuguaglianze e arginare gli sconvolgimenti climatici.

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