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Immagine satellitare della perturbazione sulle regioni meridionali della Spagna
La perturbazione sulle regioni meridionali della Spagna. Foto: Nasa

Valencia, la lista delle catastrofi ambientali si allunga

Supera quota 150 il bilancio delle vittime provocate dal fenomeno avverso che ha colpito la Spagna meridionale. Mentre si riflette sulle conseguenze dell'urbanizzazione selvaggia e sulla gestione dei soccorsi nel paese delle autonomie
1 Novembre, 2024
1 minuto di lettura

Alla lista delle catastrofi climatiche che assediano ormai il Mediterraneo si è aggiunta quella che dal 29 ottobre ha colpito la Spagna meridionale. Ha toccato quota 158, riportano al momento gli organi d’informazione, il bilancio delle vittime. E le autorità avvertono che il conto è destinato a salire. Valencia, come dimostrano le immagini che scorrono a profusione sotto i nostri occhi, è l’epicentro della crisi: i treni nella zona sono bloccati e resteranno tali per almeno due settimane, la rete stradale ha subito danni notevoli. Il dramma è umano oltre che strutturale, intere zone sono isolate e la popolazione denuncia ancora in queste ore l’assenza di interventi anche nelle situazioni più gravi.

 

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I ritardi nell’allerta

Alla carenza dei soccorsi si aggiunge un ulteriore elemento su cui riflettere: l’agenzia spagnola di meteorologia (Aemet), come riporta il quotidiano El País, aveva avvertito con largo anticipo sull’arrivo della Dana, la depressione che ha provocato il fenomeno avverso. L’ente aveva inoltre emesso al mattino del 29 l’allerta rossa per precipitazioni torrenziali proprio nella provincia di Valencia. Ma il governo della regione ha diramato l’allerta critica di secondo livello e per di più in serata, quando ormai gli allagamenti avevano gettato nel panico interi centri abitati. Inoltre l’esecutivo della Comunitat Valenciana avrebbe mantenuto la prerogativa nella gestione dei soccorsi, che avrebbe potuto condividere con Madrid.

La Katrina di Spagna

Quella di queste ore, insomma, rischia di diventare una sorta di Katrina per il governo locale nel quale Vox ha espresso più volte la propria posizione negazionista, come accadde nel 2005 agli ultraconservatori d’oltreoceano che definivano il cambiamento climatico come la più grande bufala che fosse stata raccontata agli americani. Mentre lo scorso anno Carlos Mazón, il governatore del Partito Popolare, ha smontato l’Unità valenciana di emergenza accusandola di rappresentare un costo inutile, come denuncia proprio in queste ore la scrittrice spagnola Rosa Montero dal Corriere della Sera.

Governance da rivedere

Sotto osservazione, intanto, oltre alle nuvole che ancora incombono sulla zona, finisce l’urbanizzazione selvaggia che affligge da tempo proprio la costa meridionale del paese e che ha fortemente inciso nel bilancio di questa tragedia, come dimostra un’inchiesta appena pubblicata da El Diario. A conferma che ci sarà da ripensare un po’ tutto, quando il conto dei dispersi e dei danni sarà completo, le carcasse delle auto e le macerie che ha lasciato questo finimondo saranno state rimosse. Compresa una visione del territorio che ha portato a edificare senza limiti e un modello di governance che qualcuno vorrebbe prendere a modello ma che risulta evidentemente inadeguato al cospetto della dimensione e della repentinità con cui si manifestano i nuovi rischi ambientali.

 

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Marco Fratoddi
Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile delle riviste Sapereambiente e Terraneamagazine. Insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Insegna inoltre Comunicazione ecologica presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al), ha promosso la nascita del Festival europeo di poesia ambientale e del Poetry Village di Roma. Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014), Tre domande sull'economia circolare (Mdc, 2024).
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