Per un cessate il fuoco permanente a Gaza, appelli di ong e cittadinanza

Emergency, Mediterranea, LəA - Laboratorio Ebraico Antirazzista e AssoPacePalestina chiedono l’impegno a una soluzione politica, insieme ad altre associazioni e personalità della cultura. Raccolte firme in corso ormai da mesi in vari settori
12 Gennaio, 2024
2 minuti di lettura

Continuano le iniziative che chiamano a un cessate il fuoco a Gaza. Emergency, Mediterranea, LəA – Laboratorio Ebraico Antirazzista e AssoPacePalestina sono i firmatari di un appello per un cessate il fuoco permanente e l’impegno a una soluzione politica, pubblicato 20 giorni fa e sostenuto da tante associazioni e da molti nomi della cultura e dello spettacolo del nostro paese. Di seguito l’appello che si può firmare al link cessateilfuoco.org/.

L’appello

La fragile tregua ottenuta per Gaza è il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia. Il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito civili inermi nelle loro case, per strada, a un festival sottraendoli alle loro famiglie. È stato un attacco che ha colpito prevalentemente civili ebrei israeliani, tra cui bambini, anziani, attivisti storici per la pace e contro l’occupazione ma anche lavoratori migranti, palestinesi con passaporto israeliano o residenti in Israele. Sono seguite settimane di bombardamenti indiscriminati da parte del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, con scuole ed ospedali divenuti cimiteri. Più di un milione di palestinesi è stato costretto a lasciare le proprie case per dirigersi nel sud di Gaza, che non è più un luogo sicuro. Non ci sono corridoi umanitari adeguati, acqua, cibo, energia. In Cisgiordania, è cresciuta esponenzialmente la violenza da parte di coloni armati contro la popolazione civile palestinese.

 

 

Davanti a questi orrori, l’opinione pubblica internazionale in Europa si è polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civiltà che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni. La lotta contro l’antisemitismo non può essere né una mossa ipocrita per cancellare il retaggio del fascismo, né un’arma in più per reprimere il dissenso e alimentare xenofobia e pregiudizio antiarabo. Deve invece essere parte integrante della lotta contro ogni forma di razzismo.

Questa logica binaria – da una parte o dall’altra – è la trappola a cui è necessario sottrarsi in questo momento. Non si può cancellare l’orrore del 7 ottobre, ma si può fermare la strage a Gaza.

Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l’ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza. Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perché sono loro l’unica certezza di ogni conflitto. La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalità, residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un’azione diplomatica della comunità internazionale e delle forze della società civile. Chiediamo la fine definitiva del massacro a Gaza, l’avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione di tutti gli ostaggi. In Israele oltre mille palestinesi sono trattenuti in detenzione amministrativa, tra cui centinaia di minori, di cui chiediamo il rilascio. È necessaria una soluzione politica a partire dalla fine del regime di apartheid e delle politiche di colonizzazione e di occupazione militare israeliane. Non potrà mai esserci sicurezza – per i palestinesi, per gli israeliani, per nessuno di noi, – senza eguaglianza, diritti e libertà.

Altre iniziative “dal basso”

Nel corso dei mesi sono stati lanciate altre raccolte firme quali la Condanna della strage di giornalisti a Gaza e richiesta di una corretta copertura mediatica della pulizia etnica e del rischio genocidio in corso, sottoscritta da videoreporter e giornalisti,  un Appello da parte di accademici e accademiche italiane per chiedere un’urgente azione per un cessate il fuoco immediato e il rispetto del diritto umanitario internazionale e uno del mondo della scuola contro la pulizia etnica dei palestinesi e per la difesa del diritto umanitario internazionale. Chiudiamo questo elenco minimo e parziale con la segnalazione di un evento che avrà luogo domenica a Roma dalle 14:30 in poi in via dei Fori Imperiali. In contemporanea con molti altri luoghi del mondo il Global Kite Flight vedrà volare migliaia di aquiloni in solidarietà con Gaza. L’iniziativa ricorda un evento del 2011, quando i bambini di Gaza hanno alzato in volo 12.350 aquiloni contemporaneamente (record mondiale) sulla spiaggia di Al Waha per simboleggiare la loro resistenza.

Domenica 14 gennaio, bambini in solidarietà con altri bambini chiameranno all’azione i leader del mondo per il cessate fuoco.

 

 

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