La squadra al lavoro sulla Guernica di Ercole Pignatelli, davanti all'opera: da sinistra Silvia Capiluppi, Vito Chiatante, l'artista e Laura Guilda (Foto: Daniele Pignatelli)

Ricordati di amare sempre: Guernica in un live painting di Ercole Pignatelli

Il capolavoro di Picasso reinterpretato dall'artista in una mostra performance di 12 giorni a Palazzo Reale di Milano. Con uno sguardo che apre alla speranza
30 Maggio, 2024
3 minuti di lettura

Eโ€™ ancora oggi un manifesto contro ogni guerra lโ€™opera dipinta da Pablo Picasso nel 1937 in seguito al bombardamento aereo nazi-fascista della cittร  basca di Guernica. Unโ€™opera che porta con sรฉ la denuncia delle atrocitร  delle quali รจ capace il genere umano e che travalica il tempo riportando al suo interno tracce e spunti di grandi lavori del passato, ma che si รจ anche prestata da subito a numerose reinterpretazioni.ย Tra le prime, il grande arazzo richiesto da Nelson Rockfeller eseguito dallo studio di Jacqueline de la Baume-Durrbach sotto gli occhi dello stesso Picasso. Lโ€™ultima, eseguita in questi giorni da Ercole Pignatelli a Milano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, in un progetto promosso da Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale con il supporto organizzativo di Marsilio Arte.

 

 

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Lโ€™incontro con Guernica

ยซAvevo 18 anni e arrivai a Milano proprio quel giorno. Fuori dalla stazione cโ€™era uno striscione che mi sembrรฒ fatto apposta per me – Picasso a Palazzo Reale. Andai subito a vedere la mostra. Era nella Sala delle Cariatidi semi bombardata. Cโ€™era ancora sul soffitto una voragine, ci pioveva dentro. Andai a vederla per un mese intero tutti i giorni. Da lรฌ, proprio da quel giorno, รจ partito tuttoยป. Cosรฌ ci racconta Ercole Pignatelli e sotto le folte sopracciglia brilla ancora lo sguardo di un diciottenne che dalla Puglia in una notte di fine novembre sale su un treno diretto al nord e scende in una grigia e affollata Milano.

Era il 1953 e la grande tela Guernica, per volontร  dello stesso Picasso, aveva preso il volo e dal MoMA di New York era arrivata per la prima volta in Italia.

La Sala delle Cariatidi, con i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, sembrรฒ al pittore cubista una perfetta cornice per la sua opera. Oggi a piรน di 70 anni da quel giorno, Ercole Pignatelli รจ di nuovo nella grande Sala delle Cariatidi, di nuovo davanti a Guernica, questa volta alla sua. ยซPer me รจ uno scherzo del destinoยป sorride lโ€™artista ormai affermato e continua ยซin Italia, solo qualche decennio fa, avrebbero potuto chiederla a un Renato Guttuso, a un Salvatore Fiume, oggi a Valerio Adamiโ€ฆยป E invece la richiesta รจ caduta proprio su quel ragazzo che 70 anni prima era rimasto incantato per ore davanti alla grande tela del maestro spagnolo, e che, per un altro gioco della sorte, porta il nome del soggetto del primo disegno che Picasso racconta di aver fatto da bambino: Ercole.

 

La Guernica di Ercole Pignatelli a Palazzo Reale a Milano (Foto: Daniele Pignatelli)
La Guernica di Ercole Pignatelli a Palazzo Reale a Milano (Foto: Daniele Pignatelli)

 

La Speranza nel lavoro di Pignatelli

La Guernica di Pignatelli ha la stessa dimensione della grande tela di Picasso. Stesa nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, รจ stata lavorata febbrilmente dallโ€™artista e dagli assistenti Laura Guilda, Silvia Capiluppi e Vito Chiatante, dal 4 al 16 maggio in un live painting che รจ stato un susseguirsi di visite, interviste, foto, video. Tra sali e scendi di scale e fiumi di parole lโ€™opera si รจ andata formando sotto lo sguardo degli spettatori. Il lavoro รจ una reinterpretazione della tela di Picasso alla quale Pignatelli ha voluto aggiungere uno sguardo di speranza.

Attraverso dettagli e nuovi elementi, ma anche grazie ad alcuni punti di colore acceso, lโ€™opera mostra sรฌ angoscia e sofferenza come quella di Picasso, ma anche paesaggi e nuova vita.

ยซIl cavallo morente, con la testa in alto, nellโ€™opera di Picasso morirร  sicuramente. Io accanto gli ho fatto nascere una giovenchina. Cosรฌ anche in braccio alla donna che urla disperata verso il cielo ho messo un bambino sorridenteยป. Tra le zampe del cavallo e sulla destra si intravedono paesaggi dal gusto mediterraneo, con palme e mare che richiamano le opere del Pignatelli. Qui lโ€™artista ha scelto di aggiungere al bianco e nero che compone la tela un accento magenta. ยซCi sono molti elementi miei, dal melograno tenuto in mano dalla donna, allo zampillo dโ€™acqua fresca, sono tutti simboli di vitaยป. Poi confessa: ยซNon posso spiegare tutto. Eppure quando lo guardo a volte mi stupisco e mi chiedo se lโ€™ho fatto davvero io. Lavoro come in uno stato di tranceยป.

 

Ercole Pignatelli (Foto: Silvia Capiluppi)
Ercole Pignatelli (Foto: Silvia Capiluppi)

 

Memento amare semper

E nel titolo che Fabio Novembre ha scelto di dare alla mostra รจ sottolineato il valore dellโ€™amore come forza per superare il dolore e le atrocitร . Sono madri, sia la cavalla che la donna, le piรน forti risposte alla morte che Pignatelli aggiunge nel suo lavoro. Trasformare il cavallo morente in una cavalla madre, aggiungendole un figlio tra le zampe, รจ un aggancio potente al piรน atavico segno di speranza, allโ€™archetipo di vita indistruttibile per eccellenza. Ricordati di amare sempre. Un titolo che suona come un monito. Monito che non รจ uno schiacciante imperativo, ma porta con sรฉ il potente affetto di una carezza materna, lโ€™incoraggiamento a ritrovare la dimensione piรน nobile dellโ€™animo umano, a coltivarla in un quotidiano che si estende a un sempre. E questa attenzione al โ€œsempreโ€ sia come ripetizione di una salvifica attitudine dellโ€™animo che come desiderio di superamento della morte, la ritroviamo nei molteplici elementi del mondo naturale: fiori, foglie, frutti, pervadono lโ€™intero lavoro di Pignatelli rincuorando lโ€™osservatore.

Con questa scelta lโ€™artista coglie il contemporaneo in cui, nauseato da un sovraccarico di immagini di orrori e violenze, lโ€™essere umano ha bisogno, piรน che di essere condannato per le sue nefandezze, di tornare a sentimenti puri e di ricordare sempre di amare.

 

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